
Con il Ticino che nei prossimi giorni, secondo quanto ipotizzato da Giorgio Merlani, rischia di vedere fra il 10 e il 20% della propria popolazione in quarantena e la Svizzera che prossimamente potrebbe toccare e superare quota 20’000 contagi al giorno, il tema caldo di questi giorni è quello degli isolamenti dei positivi al Covid-19 e delle quarantene per i loro contatti stretti. Da più parti, compreso il settore medico, giungono avvertimenti: a questo ritmo i servizi essenziali rischiano di non essere più garantiti, nell’economia come nella sanità. In questo senso ha aperto uno spiraglio il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli: “Su questo fronte credo che bisognerà rivedere a Berna, ma anche da noi, i termini delle quarantene perché la situazione non è gestibile con i protocolli attuali”, ha dichiarato ai microfoni di Ticinonews.
Ci siamo allora chiesti quale sia la situazione negli altri paesi. Abbiamo dunque compiuto una breve panoramica, dalla quale emerge però che sono già molti i paesi occidentali che stanno riducendo la durata delle quarantene previste per i contatti stretti e addirittura degli isolamenti per i positivi.
In Italia ridotte quarantene e isolamenti
Nella vicina Italia, medici e presidenti di Regione hanno fatto pressione sul governo centrale a Roma per rivedere la politica di quarantena. Ieri, il Comitato tecnico scientifico italiano si è riunito, esprimendosi in favore della riduzione, per i vaccinati con terza dose, della quarantena da contatto con positivo. Per questa categoria dovrebbe essere previsto un periodo di quarantena di cinque giorni, più la presentazione di un tampone. Nel caso dei positivi, basterà un isolamento di 7 giorni (invece degli attuali 10 giorni previsti) e un tampone negativo. Sulle proposte del Cts si è dunque espresso il Governo di Mario Draghi, che è andato ancora più in là: il Consiglio dei ministri ha infatti deciso per la cancellazione tout court della quarantena per i contatti se questi hanno ricevuto il richiamo o l’ultima dose del ciclo vaccinale da meno di quattro mesi. Attenzione però: dovrà comunque essere presentato un tampone negativo cinque giorni dopo il contatto con il caso positivo. Per chi ha eseguito l’ultima vaccinazione da più di di quattro mesi, la quarantena scende da 7 a 5 giorni, con tampone negativo. Per chi non è vaccinato resta la quarantena di 10 giorni.
Al momento, infatti, in Italia la quarantena dura sette giorni per un contatto vaccinato e dieci per uno non vaccinato. A titolo di paragone, ricordiamo che in Ticino la quarantena per i contatti è risparmiata solo a coloro che hanno ricevuto il richiamo.
“Poco più che un brutto raffreddore”
Negli scorsi giorni non erano mancate le voci, anche nel mondo medico, che si erano espresse in favore di un passo in questa direzione. Una su tutte è quella del dottore genovese Matteo Bassetti, ospite frequente dei salotti televisivi del Belpaese, il quale ha affidato la sua opinione al quotidiano ligure “Il Secolo XIX”: “Chi è malato deve stare a casa e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”. Secondo il medico, la situazione attuale è ben diversa rispetto a quella dello stesso periodo dello scorso anno. La grande differenza è rappresentata dalla copertura vaccinale, che in Italia raggiunge l’80% della popolazione: “Deve cambiare tutto, non possiamo contrastare il Covid di dicembre 2021 con gli strumenti normativi del dicembre 2020”, commenta. “Più dell’80% degli italiani è vaccinato e per loro il Covid, oggi, è poco più che un brutto raffreddore”.
Passo simile anche in Spagna
Pure nella Penisola iberica si è andati verso un accorciamento della durata delle quarantene. Ieri infatti la Spagna ha portato da dieci a sette giorni la durata dell’isolamento per un positivo asintomatico.
E in Argentina
Anche Buenos Aires ha deciso oggi di ridurre i periodi di isolamento e quarantena, basandosi sul principio dello stato vaccinale. I contatti stretti vaccinati saranno sottoposti a una quarantena di cinque giorni, i contatti stretti non vaccinati devono isolarsi dieci giorni oppure sette e poi presentare un tampone Pcr, i positivi vaccinati saranno in quarantena solo sette giorni e per tre giorni dovranno osservare misure di protezione accresciute, mentre i positivi non vaccinati si isoleranno per dieci giorni.
Usa apripista
Ad avere fatto da apripista in tal senso sono comunque stati gli Stati Uniti. Washington è andata addirittura più in là, riducendo il periodo di isolamento per i positivi asintomatici. Per loro, infatti, il periodo di isolamento passa da 10 a 5 giorni. “Il cambio è motivato dal fatto che la scienza ci dice che la trasmissione avviene nei due giorni prima dei sintomi e nei 2-3 giorni successivi”, ha spiegato il Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), che ha raccomandato, a chi è positivo e asintomatico, di portare comunque la mascherina nei cinque giorni successivi alla fine dell’isolamento. Il Centro ha inoltre raccomandato cinque giorni di isolamento per i vaccinati che hanno avuto contatti con un positivo. Niente quarantena, invece, per chi ha avuto contatti con un positivo ma ha fatto la terza dose. La decisione del Cdc è arrivata dopo le pressioni del mondo economico e dei servizi, che ha espresso preoccupazione proprio per il funzionamento socioeconomico.
Presto anche la Francia
Anche la Francia sta considerando seriamente un approccio simile. D’altronde, l’allarme era stato lanciato dal presidente del Consiglio scientifico francese (l’equivalente della nostra “task force”), che aveva portato l’attenzione della politica transalpina sul rischio della “possibile disorganizzazione di un certo numero di servizi essenziali” in gennaio, quali l’educazione, i trasporti, la sicurezza e la stessa sanità, in ragione delle assenze determinate dall’alta contagiosità di Omicron. Considerata la presunta minore pericolosità della variante, lo scienziato suggeriva di rivedere le regole per le quarantene. L’appello era stato accolto dal Ministro della salute Olivier Véran, che lo scorso 23 dicembre aveva ventilato un alleggerimento di queste misure previsto per la riunione del Consiglio dei ministri che ha avuto luogo lunedì. I ministri di Emmanuel Macron hanno però temporeggiato: dalla riunione del Governo è uscita solo una nuova stretta che prevede un utilizzo più esteso del modello “2G” a partire dal prossimo 15 gennaio. Il Primo ministro Castex ha però assicurato: “Le nuove regole saranno rese note entro la fine della settimana”.
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