
La situazione pandemica è destinata a peggiorare, ma la popolazione può aiutare a ridurre la velocità nell’aumento dei casi di Covid-19 con misure prese in maniera volontaria, senza attendere l’intervento di autorità federali o cantonali. È un invito espresso più volte nella settimanale conferenza stampa degli esperti a Berna.
Ticino, 95% dei contagi per Omicron
Patrick Mathys, capo della Sezione Gestione di crisi e cooperazione internazionale dell’Ufsp, ha spiegato che la variante Omicron è ormai il ceppo dominante nella Confederazione, essendo “responsabile di oltre la metà delle infezioni”. Il nuovo ceppo è alla base del repentino aumento dei casi in Svizzera: oggi si supera infatti quota 13’000, il dato giornaliero più alto da inizio pandemia. “Esistono comunque ancora delle differenze regionali nella presenza di Omicron”, ha precisato Mathys. E quale esempio di cantone nel quale Omicron è estremamente diffusa, il collaboratore dell’Ufsp ha evocato il nostro: “Il Ticino aveva l’incidenza più bassa a livello svizzero, ma nelle ultime due settimane l’aumento dei contagi è stato repentino: il 95% dei casi in Ticino è ormai riconducibile a Omicron. Negli altri cantoni questa quota è destinata ad aumentare”.
Scenari differenti
Se quindi i casi sono destinati a crescere, la velocità dell’aumento dipenderà dall’efficacia delle misure attualmente in vigore e dal comportamento degli individui. La quota dei 20’000 contagi giornalieri, che si potrebbe raggiungere nelle prossime settimane, permane comunque un valore plausibile.



Meno grave di Delta, più grave del ceppo di inizio 2020
La quota di Omicron aumenterà, aumenteranno i contagi e aumenterà anche la pressione sugli ospedali: “L’occupazione degli ospedali da parte di pazienti Covid è in aumento e questi numeri sono destinati a crescere nelle prossime settimane. La pressione sugli ospedali salirà”, ha previsto Mathys. Questo benché ci siano indizi che Omicron sviluppi un decorso più blando della malattia. La presidente della task force federale Tanja Stadler ha però voluto lanciare un monito in tal senso: “È vero che Omicron è meno grave di Delta, ma il rischio di un’ospedalizzazione è comunque maggiore rispetto a quello presentato dal ceppo originale di coronavirus giunto in Svizzera a inizio 2020”.
“Andate a fare il richiamo!”
Gli esperti hanno così invitato la popolazione ad andare a ricevere il richiamo, “che protegge anche contro un’infezione da Omicron”. Oltre alla terza dose, contro la nuova variante restano utili le misure igieniche e di protezione che abbiamo imparato a conoscere: pulizia delle mani, aerazione dei locali, porto della mascherina e soprattutto riduzione dei contatti. “Se dovete salire in macchina con qualcuno che non appartiene al vostro nucleo familiare, indossate una Ffp2! Potete farlo anche di vostra iniziativa, senza che un’ordinanza politica ve lo imponga”, ha ricordato Rudolf Hauri, presidente della Conferenza dei medici cantonali.
Quarantene, “Tema sul tavolo”
Durante la parte dedicata alle domande, è emerso il tema dell’alto numero di persone che in questi giorni sta finendo in quarantena. Pur senza esprimere una chiara opinione in materia, gli esperti hanno spiegato che questo tema è in discussione, “soprattutto perché siamo in presenza di una nuova variante”. “In ogni caso – ha specificato Hauri – oggi fra il 30 e il 55% dei contagi avviene all’interno dei nuclei familiari”.
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