Ticino
“Gli sforzi dei ticinesi vanno premiati”
Foto © CdT/Gabriele Putzu
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Marco Jäggli
3 anni fa
Norman Gobbi ritiene si possa continuare a chiedere riaperture a livello cantonale prima del 28. Allo stesso tempo non capisce come mai Berna non voglia affrontare il tema della frontiere: “La nostra situazione è particolare”

Lunedì il Governo cantonale ha scritto a Berna per chiedere maggiori controlli alla frontiera a seguito del passaggio della Lombardia in zona gialla. Una richiesta per cui ci si aspettava una possibile risposta nella conferenza stampa odierna del Consiglio federale. Berset ha invece glissato sulla questione, dichiarando che non era stata ancora discussa dall’Esecutivo ma che una risposta verrà sicuramente formulata prossimamente. Teleticino ha sentito il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi per sapere il suo punto di vista in merito: “Non si comprende come non si voglia affrontare questo tema che riguarda due territori molto permeabili come Ticino e Lombardia, con due regimi molto diversi. Per lo meno bisognerebbe discuterne riconoscendo la particolarità della situazione, perché in questi giorni siamo tra i Cantoni con l’evoluzione migliore rispetto al resto della Svizzera. Continueremo comunque a cercare il dialogo dato che la situazione andrà avanti fino a fine gennaio”.

“Continueremo a chiedere riaperture a livello cantonale”
Come valuta la posizione di Berset in cui sostiene sia irrealistico aprire prima del 28? Lei in un’intervista ai nostri microfoni aveva parlato di possibili riaperture prima del tempo: “Se fosse necessario formalizzeremo questa richiesta alle autorità federali, chiedendo come in passato delle differenziazioni regionali”, risponde Gobbi, “a novembre la Romandia adottò regole molto stringenti, anche rispetto a quelle ticinesi, per poi trovarsi ora in una situazione peggiore rispetto alla nostra. Gli sforzi fatti dai ticinesi vanno premiati con delle misure di alleggerimento che potrebbero essere anticipate, secondo me, rispetto al 28. Se questa data invece rimarrà in vigore dovremo comunque pianificare assieme le riaperture dopo il 28”.

Il rischio di riaprire troppo in fretta
Riaperture che sembrano rimanere il capitolo più delicato, visto che proprio lì c’è il rischio di rimettere in circolo il virus. Infatti, se diminuiscono i contagi giornalieri, è anche vero che non sono scomparsi del tutto: “Esatto, il virus non è scomparso del tutto e questo è un elemento. Lo abbiamo visto in Lombardia così come nei cantoni romandi: appena si molla qualcosa c’è una grande volontà di tornare alla normalità che poi porta alle immagini che abbiamo visto di assembramenti. Credo sia importante gestire bene le riaperture tenendo anche conto dei bisogni di chi ha chiuso”.

Capitolo scuole
Il Consiglio federale ha ribadito oggi l’autonomia cantonale sul tema scuole. Considerando che molti casi di variante inglese sono stati rilevati negli istituti scolastici, cosa intende fare il Cantone? “Il Cantone ha sempre gestito correttamente la situazione, attuando già prima di Natale quarantene nelle classi interessate. Questo mi fa pensare che da noi queste varianti siano state attive più presto rispetto al resto del Paese. A Morbio Inferiore con i test di massa abbiamo visto come le varianti non fossero però così presenti nel resto della popolazione scolastica. D’altra parte bisogna riconoscere che nel resto della Svizzera stanno arrivando nuove fiammate, che noi abbiamo conosciuto in autunno. Finalmente ora a inizio febbraio vediamo una situazione molto più stabile”.

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