E fu impasse. Chiamato ad esprimersi sulla spinosa questione dei rimborsi spese dei consiglieri di Stato, nella serata di ieri i deputati hanno deciso di non intentare una causa civile al Governo ma non sono riusciti a chinarsi sul rapporto commissionale che avrebbe dovuto stabilire quanto chiedere indietro per i benefit privi di base legale.

Il plenum, ricordiamo, avrebbe dovuto entrare in materia sulle conclusioni del rapporto di maggioranza di Fabio Bacchetta-Cattori (che proponeva una restituzione di quanto percepito a partire da luglio 2018) per poi esprimersi su un emendamento del PPD che prevedeva invece una restituzione retroattiva al 2011. In caso di bocciatura si sarebbe discusso del rapporto di minoranza di Henrik Bang (PS), che chiede ai ministri di rimborsare gli ultimi 5 anni di indennità per il telefono, più i due mesi di stipendio versati a fine mandato. 

Il tutto, però, è stato rimandato al 2019: l’entrata in materia sulle conclusioni del rapporto di maggioranza è infatti sfociata in un pareggio (29 voti a 29 con 1 astenuto), che ha spinto la presidente del Gran Consiglio Pelin Kandemir Bordoli a rimandare la trattanda. A influire sull'esito della votazione sono state senza dubbio le numerose assenze in aula e quell'astenuto, il deputato di MontagnaViva Germano Mattei, che avrebbe potuto fungere da ago della bilancia.

Lo stesso Mattei ha voluto spiegare la sua scelta in un post su Facebook: "Non è facile avere una posizione di astensione e essere ago della bilancia. Guardi lo schermo, il 29 a 29 e la tua astensione. Cambi il voto? Saresti decisivo in un modo (chiedere un ristorno sino a luglio, una barzelletta giuridicamente sostenibile) o nell’altro (rimborso retroattivo di 5 anni). Ho preferito mantenere la posizione assunta di indignato e deluso dall’assenza di 31 deputati. ‬Che il Santo Natale porti consiglio al Consiglio di Stato e sia al Gran Consiglio. Una storia infinita, un indegna Storia infinita".

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