Crisi energetica
Gehri: “La sensazione è che la politica stia facendo poco”
Immagine Ticinonews
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Redazione
2 anni fa
Come possibile soluzione per il difficile momento vissuto da molte imprese a causa dei rincari, il presidente della Camera di commercio Andrea Gehri chiede di sospendere temporaneamente tutti i tributi pubblici in ambito energetico.

Incertezza. È stata questa la parola al centro del discorso pronunciato ieri a Bellinzona da Andrea Gehri, presidente della Camera di commercio, in occasione della 105esima assemblea della Camera. Incertezza legata alla reperibilità delle materie prime e all’approvvigionamento energetico, che si manifesta con dei rincari. E malgrado questi fattori non dipendano né dalla Svizzera, né dal Ticino, Gehri ha chiesto comunque alla politica, giudicata finora troppo “timida” nel suo agire, di sospendere, almeno temporaneamente, tutti i tributi pubblici (le tasse) in ambito energetico. “Sarebbe un segno nella giusta direzione, visto il problema che dobbiamo affrontare”, ha detto Gehri ai microfoni di Ticinonews. “Noi abbiamo la sensazione che la politica stia facendo poco in questo momento. E anche se parliamo di un problema evidentemente di statura nazionale, per quanto riguarda tributi e tasse cantonali, penso che le aziende di distribuzione dell’energia in Ticino potrebbero dare un segnale alla popolazione e alle aziende rinunciando temporaneamente a questi tributi”.

Segnali contrastanti

Non tutti reagiscono ai momenti difficili nello stesso modo. “Abbiamo segnali un po’ contrastanti: ci sono aziende in grande difficoltà e altre che lo sono un po’ meno”, precisa Gehri. “I problemi si vedranno soprattutto nel 2023, quando i nuovi contratti impatteranno sulle spese generali delle imprese, in modo particolare per quanto concerne l’energia”. Il prezzo “sarà notevolmente più alto rispetto a quello avuto finora”. Le preoccupazioni delle aziende sono molteplici. “Ci troviamo in un contesto di tempesta perfetta: non c’è solo il problema dell’energia, ma anche quello del petrolio e dell’inflazione galoppante”. Quest’ultima “sta rosicchiando il potere d’acquisto della popolazione”.

Cosa fare

Per cercare di far fronte alle difficoltà ci sono imprese che ricorrono al lavoro ridotto, poiché il prodotto che sfornano “ha dei costi talmente elevati che non riescono più a sostenere l’economia di mercato”. Tra i vari settori, l’industria “è toccata pesantemente dal rincaro energetico e da quello delle materie prime”. Anche la ristorazione non è però immune: “Se il potere d’acquisto per la popolazione diminuisce, avremo meno gente che andrà la ristorante”.

“Servono condizioni buone per il territorio”

Infine, a chi sostiene che meno sgravi equivarrebbero a meno entrate per lo Stato in un periodo già difficile, Gehri replica che “l’economia, per progredire, ha bisogno di condizioni quadro che siano sufficientemente buone per il territorio”. Attualmente in Svizzera “abbiamo una situazione contrastante; il Ticino si trova al 23esimo posto nel confronto nazionale sulla competitività aziendale e questo è un problema che deve essere assolutamente risolto. Dobbiamo creare le condizioni affinché le aziende possano localizzarsi in Ticino e non vadano altrove”, termina Gehri.

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