Ticino
Franco forte e mancanza di manodopera, ecco le due preoccupazioni del settore farmaceutico
©Chiara Zocchetti
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Redazione
un giorno fa
Farma Industria Ticino scatta una fotografia sullo stato di salute del settore e delle sfide che deve affrontare. Il presidente Piero Poli: "Anche i dazi annunciati da Trump preoccupano, ma speriamo che si tratti di un 'gioco' commerciale atto a trovare una soluzione accettabile per tutti gli attori".

L’approvvigionamento delle materie prime, la carenza di manodopera qualificata e il franco forte, ma anche l’ombra dei dazi di Trump. Sono diverse le sfide che crucciano il settore farmaceutico ticinese. In conferenza stampa ieri l’associazione mantello Farma Industria Ticino ha però ribadito che le aziende sul territorio sono solide e resilienti, che hanno finora assorbito l’impatto e che puntano sulla stabilità come contrasto all’incertezza globale.  "Si stanno organizzando per far fronte all'attuale situazione geopolitica", spiega a Ticinonews Daniela Bührig, direttrice esecutiva di Farma Industria Ticino.

Le due principali sfide del settore

A preoccupare maggiormente il settore sono "il franco forte, che non aiuta un'industria che ha un 85% di export, e la carenza di manodopera, che in un futuro non troppo lontano diventerà un problema ancora più serio", sottolinea Piero Poli, presidente di Farma Industria Ticino. Nel primo caso, "si tratta di un fattore non controllabile dalle aziende, che possono cercare di parare il colpo con alcuni strumenti finanziari o approvvigionandosi in territori che non hanno il franco svizzero come valuta di riferimento". Mentre per quanto riguarda la forza lavoro, "con il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri sono il settore ha iniziato ad avere dei problemi nel reperire figure di medio-alto livello e attrarre nuovi talenti, sempre per lo stesso motivo, è ora più complicato". 

Le conseguenze dei dazi di Trump

Come scritto, anche i dazi di Trump sono tenuti sott'occhio dal settore, anche se "il franco forte ha un impatto più trasversale sui bilanci delle aziende locali", evidenzia il presidente, che spera "in un gioco di politica commerciale da parte di Trump, che spara alto per cercare di negoziare un accordo che tutti gli attori possano ritenere accettabile". A questo, infine, si aggiungono i conflitti in Ucraina e Medio Oriente, che "hanno un impatto sia a livello di materie prime energetiche, sia per quanto riguarda quelle più concrete, come le polveri e altri principi attivi che servono per portare avanti la produzione dei prodotti".