Ticino
Energia e clima, il Cantone cambia passo
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Redazione
un anno fa
Il Consiglio di Stato ha presentato il nuovo Piano energetico e climatico cantonale, che ora verrà posto in consultazione. L’obiettivo è di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Zali: "Dobbiamo decarbonizzare, risparmiare energia e produrre più energia rinnovabile".

“Dobbiamo decarbonizzare, risparmiare energia e produrre più energia rinnovabile”. Con queste parole il Consigliere di Stato Claudio Zali ha sintetizzato il nuovo piano Piano energetico e climatico cantonale (PECC), presentato oggi in conferenza stampa e che verrà messo in consultazione fino al prossimo 31 marzo. Si tratta di un documento di oltre 100 pagine, che è un’evoluzione del precedente documento (datato 2013), ma che integra un capitolo in più, ovvero i cambiamenti climatici (da qui l'aggiunta di una "C" al vecchio documento). “Il clima cambia velocemente, occorre fare molto di più rispetto ad oggi”, ha detto Zali.

Gli obiettivi

Il documento indica la direzione da prendere in futuro, definendo indirizzi che la politica dovrà tradurre in provvedimenti concreti. “Non si parla di tasse o divieti, ma di incentivi”, ha specificato il consigliere di Stato, sottolineando le prospettive per una nuova economia settoriale. Si punta in particolare a una società al 100% rinnovabile, quindi neutra dal profilo climatico entro il 2050. Questo implica produrre energia rinnovabile ed essere maggiormente indipendenti energeticamente dall’estero.

Ticino proprietario delle sue acque

Il consigliere di Stato Christian Vitta, anch’egli presente alla conferenza stampa, ha posto l’accento sulla produzione energetica. “Vogliamo che il Ticino ritorni proprietario delle sue acque attraverso le riversioni”, ha detto il capo del DFE. “Una decisione che è stata lungimirante e che la politica cantonale ha preso alcuni anni fa. Questo permetterà di gestire le acque attraverso le competenze che nel frattempo sono state maturate all'interno di AET”. L’obiettivo è inoltre di mantenere e ottimizzare le produzioni di energia idroelettrica esistenti, garantendo la sicurezza di approvvigionamento tramite una maggiore produzione indigena. Si vuole inoltre valorizzare la produzione idroelettrica rinnovabile, specie in inverno, tramite l'innalzamento delle dighe dei bacini esistenti. “Secondo le prime valutazioni la diga del Sambuco risulta essere quella con il maggior potenziale di sviluppo. Lavori preparatori sono già stati avviati”, ha precisato Vitta. L’intenzione è anche di sostenere con incentivi la produzione da sole, vento e biomassa.

Agricoltura e turismo

Vitta ha poi parlato di due settori economici che sono toccati da vicino dai mutamenti climatici, l’agricoltura e il turismo. I danni causati da eventi estremi rappresentano una minaccia per l’agricoltura e sarà necessario sviluppare nuove tecniche colturali adeguate alle condizioni climatiche, nonché coltivare nuove specie vegetali. Anche la mancanza di neve rappresenta uno dei maggiori rischi per il turismo, che dovrà “diversificare la sua offerta e puntare alla promozione di un turismo eco-sostenibile”.

L’andamento dei consumi energetici e delle emissioni

Giovanni Bernasconi, Capo Divisione dell’ambiente, ha poi illustrato le tendenze degli ultimi 70 anni per quanto riguarda i consumi e le emissioni di CO2. “A partire dal 2008 c’è stato un cambio di tendenza, con una riduzione dei consumi più positiva di quella che ci aspettavamo (è stato raggiunto l’8% della riduzione dei consumi, il vecchio PEC prevedeva il 3%). Stiamo quindi andando nella direzione giusta. Quello che rimane aperta è la conversione dai vettori di energia di origine fossile, che coprono ancora il fabbisogno cantonale attorno al 60%”. L’andamento delle emissioni di CO2 è analogo a quello dei consumi: “Abbiamo una riduzione dei vettori di origine fossile" (18% delle emissioni totale, a livello procapite del 23%). Al contempo, anche se molto resta da fare, il fotovoltaico è aumentato in modo esponenziale. Lo scenario che si intende raggiungere nel 2050 è una riduzione dei consumi energetici del 37%. Del 90% per quanto riguarda le emissioni di CO2, senza dimenticare le nuove tecnologie per stoccarla. Infine, la produzione delle nuove rinnovabili andrebbe aumentata di circa 7 volte rispetto al 2021. 

"Occorre un cambiamento di mentalità"

Secondo Bernasconi, per poter raggiungere gli obiettivi contenuti nel Piano cantonale, occorrerà un cambiamento di mentalità. "È necessario fare un passo in più, aumentare la velocità e ognuno deve prendere delle decisioni coerenti rispetto agli obiettivi definiti da questo nuovo piano energetico". Occorre "investire dei soldi, anche propri". Il Cantone deve a sua volta fare la sua parte, ad esempio proponendo degli incentivi. "Credo che per quanto concerne il fotovoltaico gli incentivi siano sufficienti", prosegue Bernasconi. "Anche perché è uno dei pochi impianti a rendere qualcosa. In molti mi chiedono in quanto tempo si ammortizzano gli impianti fotovoltaici e io rispondo sempre: 'guardate che sono gli unici a portarvi dei soldi, diciamo così, a livello di gestione casalinga". Se si pensa invece all'efficientamento degli edifici "è chiaro che gli incentivi non sono mai abbastanza". C'è anche il problema di riuscire a recuperare dei crediti "e in questo senso il piano energetico e climatico prevede di trovare delle soluzioni per facilitare l'accesso ai crediti bancari. Cerchiamo di fare tutto il possibile affinché il privato possa decidere, ma sia facilitato a prendere questa decisione. Stiamo pensando anche di creare un sistema di consulenze, in modo tale che il cittadino sia accompagnato nella sua scelta e possa prendere decisioni in modo facile e coerente con gli obiettivi fissati dal piano".

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