Bellinzona
Ecco gli obiettivi del Governo ticinese per i prossimi anni
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
3 mesi fa
Il Consiglio di Stato ha presentato nel primo pomeriggio il programma di legislatura per il periodo 2023-2027 e quello più a lungo termine "Prospettiva 2040".

La legge sulla pianificazione cantonale prescrive che il Consiglio di Stato presenti al Gran Consiglio un Programma di legislatura e un aggiornamento a cadenza annuale. E quest'oggi il Governo ha confermato che intende proseguire su tre assi strategici per la legislatura 2023-2027 e per gli anni seguenti: relazioni con la cittadinanza e le istituzioni, sviluppo e attrattiva del Cantone Ticino e qualità di vita. L'obiettivo centrale del quadriennio sarà comunque il riequilibrio delle finanze cantonali.

36 obiettivi

Nello specifico il Programma di legislatura 2023-2027 contiene 36 obiettivi, correlati a 174 azioni concrete da realizzare. Lo stato di avanzamento delle azioni sarà monitorato grazie a un sistema di indicatori aggiornato annualmente, fa sapere il Governo. L’insieme del documento si allinea inoltre agli intendimenti dell’«Agenda 2030» dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, della quale abbraccia la prospettiva orientata a uno sviluppo sostenibile. “La politica viene spesso accusata di navigare a vista, e questi documenti dimostrano l’esatto contrario, ovvero che il nostro Governo si è dotato di un programma di legislatura molto concreto, che cerca di operare in tre ambiti molto precisi: il miglioramento dei rapporti verso istituzioni e cittadinanza, il miglioramento della qualità di vita e il rafforzamento dell’attrattiva del nostro Cantone”, ha spiegato De Rosa facendo riferimento ai tre assi che indirizzeranno la prossima legislatura. Nelle 174 azioni concrete c’è un presupposto non tralasciabile: l’equilibrio delle finanze canzonali, che non è un fine, ma una conditio sine qua non. Ne abbiamo parlato con il direttore del DFE Christian Vitta, il quale ha spiegato che, in particolare sul corto termine, “se non ci sono sufficienti risorse, ne risentono anche i progetti che possono essere portati avanti, perché ne sono comunque condizionati. Con uno sguardo sul lungo termine, invece, si va su una visione di largo respiro, quindi il tema finanziario non è così impellente come nel corto termine”.

Primo asse

Ma andiamo con ordine: il primo asse, che riguarda le relazioni con la cittadinanza e le istituzioni, vuole rafforzare la digitalizzazione a tutti i livelli: amministrazione, cittadinanza e scuola, così da rendere anche più facilmente fruibile la comunicazione e l’accesso alle informazioni tra le parti ma, in primis, aumentare il dialogo con i comuni. “In periodi di difficoltà, così come in quelli di ristrettezze economiche, è importante che le istituzioni mantengano un ottimo dialogo, che abbiamo instaurato già nel corso degli anni ma che intendiamo ulteriormente rafforzare con incontri e simposi, ma anche nell’ottica di un miglioramento funzionale tra livello cantonale e comunale”, ci ha illustrato il direttore del DI Norman Gobbi.

Secondo asse

Arriviamo quindi al secondo asse, ovvero lo sviluppo e l’attrattiva del nostro cantone. Un asse con numerose diramazioni, oltre all’attenzione sulle risorse energetiche e al loro sviluppo, alla promozione del territorio, in particolare le zone periferiche, si punta a implementare le reti di trasporto. “Costruire infrastrutture di ogni genere e cercare di trasferire il maggior numero di persone possibile dall’uso individuale dell’automobile – fonte di grande disagio – al mezzo pubblico, che sta conoscendo un successo sempre crescente in questi ultimi anni”, ci dice il direttore del DT Claudio Zali, il quale ha proseguito spiegando che dal profilo dell’infrastruttura, “la rete tram-treno del Luganese è il prossimo obiettivo strategico di grande opera che può fare un cambiamento in una determinata zona del nostro cantone, in questo caso Lugano e il Basso Malcantone, fortemente colpiti dal traffico”.

Terzo asse

Ed eccoci al terzo e ultimo asse, quello della qualità di vita. E qui la diramazione si fa intensa, toccando innumerevoli ambiti che riguardano la quotidianità dei cittadini: si spazia dalla sanità - nella gestione della qualità dell’offerta - al miglioramento delle infrastrutture sportive, con un nuovo progetto che intende creare una sinergia con tutte quelle presenti sul territorio ma l’urgenza, in questo caso, riguarda la salute mentale dei giovani. Ne abbiamo parlato con la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti, che ci ha spiegato che in questo senso ci sono delle anche delle azioni concrete “per promuovere la salute mentale e il benessere dei giovani. Bisogna rendersi conto a livello politico che ci sono delle priorità sulle quali bisogna investire”. Carobbio cita infatti il futuro dei giovani, “sia a livello di formazione che di benessere: delle misure per combattere il disagio giovanile sono quindi la priorità. Anche in un momento difficile l’ente pubblico deve poter rispondere a dei bisogni e sostenere questi settori così importanti”.

Prospettiva 2040

Il Consiglio di Stato ha inoltre presentato il documento «Prospettiva 2040», che presenta gli scenari per lo sviluppo a lungo termine del Cantone. Le sfide e le opportunità descritte nel documento sono il frutto delle discussioni avvenute durante un ciclo di workshop che hanno coinvolto oltre 300 persone. Un approccio "innovativo", apprezzato dal Governo, che ha deciso di fare proprio il documento "Prospettiva 2040" e trasmetterlo per discussione al Gran Consiglio, così come prevede la legge sulla pianificazione cantonale. A Bellinzona abbiamo quindi incontrato il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri, che ci ha spiegato che l’obiettivo del documento “è dare una visione delle sfide e delle opportunità del Cantone a lungo termine per avere una base di lavoro per la preparazione di documenti quadriennali, che sono il programma di legislatura”.

Un documento nato anche dal basso

L’idea è quindi quella di dare una visione di più ampio respiro, “guardando un po’ i meso, i macro e i micro trend che ci sono, sentendo anche il volere della popolazione. In questi workshop abbiamo infatti sentito alcune esigenze proposte dai cittadini e dalle cittadine ticinesi”. Un documento quindi redatto anche dal basso. “È stato un approccio partecipativo tramite questi nove workshop, durante i quali abbiamo coinvolto circa 300 attori del territorio ticinese, che rappresentavano tutti i settori e tutte le fasce d’età, anche se sono mancati un po’ i giovani”. Giovani però poi recuperati grazie al workshop Generazione Z e grazie al contributo del Consiglio cantonale dei giovani, “per cui abbiamo coperto una buona fetta di ticinesi”. Dal punto di vista contenutistico, nel documento si trovano delle possibili sfide “con le quali il cantone si troverà confrontato nei prossimi anni, con anche delle possibili piste per cercare di combattere queste limitazioni, o difficoltà, che potrebbero porsi all’orizzonte”. Un documento che funge quindi più da ispirazione che da attuazione? “Esatto, possiamo dire che è un’ispirazione all’attuazione, perché quest’ultima viene fatta tramite i programmi quadriennali previsti nel programma di legislatura. Dovrebbe stimolare alla riflessione su determinati progetti da proporre”.