Elettricità
Dopo due anni difficili, AET torna a sorridere
©Gabriele Putzu
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Redazione
2 giorni fa
L’azienda elettrica ticinese torna nelle cifre nere, dopo due anni molto pesanti. Il 2024, infatti, è stato da record con una produzione idroelettrica propria cresciuta del 25%. Tuttavia, non mancano le sfide all'orizzonte.

Quando piove, all’azienda elettrica ticinese si arriva al lavoro con il sorriso. In effetti, le abbondanti precipitazioni e il buon innevamento nel primo semestre del 2024 hanno favorito la produzione idroelettrica. Quest’ultima, a sua volta, ha permesso di chiudere l’esercizio con un utile di 45 milioni di franchi. “Abbiamo superato il doppio della produzione rispetto all’anno precedente e siamo a oltre il 25% rispetto alla media pluriennale”, spiega Flavio Kurzo, responsabile delle finanze. Ma giocano un ruolo anche i prezzi. “In passato si vendeva a prezzi più alti, mentre ora sono più sotto pressione. Tuttavia, la gestione attiva del portafoglio ha permesso di mitigare questo effetto e ottenere un buon risultato”.

Prezzo medio in calo del 32%

Non ne è preoccupato Giovanni Leonardi, presidente del consiglio di amministrazione, anche se il prezzo medio sul mercato dell’energia svizzero si è attestato in calo del 32% rispetto al 2023: “Bisogna ricordarsi che arriviamo da due anni difficili (come il 2022: un “annus horribilis”). I prezzi erano saliti alle stelle e la produzione era molto bassa, quindi, eravamo stati obbligati ad acquistare l’energia mancante sul mercato. Ciò ha creato delle forti perdite”, afferma Leonardi. “Oggi, invece, ci troviamo in una situazione molto buona e il risultato è stato record”. Nel 2024, inoltre, AET è tornata a effettuare versamenti al cantone. Il direttore del dipartimento delle finanze, Christian Vitta ne è soddisfatto: “se l’azienda fa utili, qualche milione in più nelle casse dello Stato entrano. Sono benvenuti in un periodo che sappiamo essere difficile per il Canton Ticino”. 

Ore con prezzi negativi record

Tuttavia, non mancano le sfide all’orizzonte perché la gestione del mercato è sempre più complessa. Ad esempio, la crescita della produzione fotovoltaica durante la primavera e l’estate ha portato al record di 293 ore con prezzi negativi in Svizzera. Nel 2023 erano 76. “Questo significa che per diverse ore, nel periodo estivo, abbiamo più produzione di quanto si consuma. Bisogna pagare per produrre”, afferma Roberto Pronini, direttore dell’azienda elettrica. Questo è un effetto che si vede da qualche anno, ma ora è in peggioramento. "Quando abbiamo lo scioglimento nevi, c’è anche la produzione solare installata", prosegue Pronini. "Questa energia o viene consumata dal cliente finale o riusciamo a pomparla dove abbiamo dei pompaggi oppure non si riesce a smerciare”. Una situazione medesima anche in Europa.