
L’obiettivo dichiarato è quello di evitare casi come quelli dei 13 aspiranti docenti di italiano che pur avendo terminato la formazione non hanno trovato posto. Situazioni spiacevoli per i diretti interessati, ma anche per il DECS, considerato il generoso strascico di polemiche e malumori che li ha accompagnati. E così DECS e DFA hanno deciso di mettere le mani avanti. Grazie all’Osservatorio docenti, che monitora le dinamiche demografiche e le loro implicazioni sul sistema scolastico, oggi è stata presentata l’offerta formativa per quest’anno e - per quanto riguarda la scuola media - anche per i prossimi due.
Per l’anno 2026-27 verranno offerti:
- Un Bachelor per l’insegnamento nella scuola
dell’infanzia e bachelor per l’insegnamento nella scuola elementare a tempo
pieno
- Un Bachelor per l’insegnamento nella scuola
elementare a tempo parziale
- Un Master in insegnamento per la scuola media in
francese, tedesco, matematica, latino, storia delle religioni, educazione
fisica
- Un diploma di insegnamento per le scuole di
maturità in tedesco
Pianificazione pluriennale
Una pianificazione pluriennale per la scuola media, dunque. Chi fosse interessato ad iniziare un percorso formativo deve tenere conto del fatto che ci saranno materie annuali - tedesco e matematica – e materie biennali, ovvero francese, educazione fisica, scienze naturali, geografia, educazione visiva e alle arti plastiche. Per quanto riguarda le materie triennali, si tratta di italiano, inglese, storia ed educazione civica ed educazione musicale. Infine, ci sono materie offerte in maniera saltuaria, come educazione religiosa, storia delle religioni e latino. In questo modo, chi vorrà abilitarsi in scienze, geografia, visiva, italiano e storia dovrà aspettare l’anno scolastico 2027-2028. Per inglese e musica, l’anno di riferimento è invece il 2028-2029. Dei docenti di tedesco, invece, c’è una tale necessità che l’offerta formativa è ampia e diversificata. “Credo che questa sia una risposta equilibrata e coerente rispetto alla situazione attuale”, afferma il direttore generale SUPSI Franco Gervasoni. “Noi siamo nuovamente aperti a discutere di eventuali ottimizzazioni del modello”. Di fondamentale importanza per Gervasoni è salvaguardare il principio della divisione di ruoli e di competenze tra la scuola universitaria -che forma - e il datore di lavoro. In questo caso parliamo di Cantone, Comuni e scuole private che assumono i nostri laureati e laureate”.
Questione elementari
Quest’anno nelle scuole elementari si è registrata una riduzione di 19,5 sezioni, vale a dire 20 docenti. L’anno prossimo si prevede una contrazione di 2 sezioni, fra due anni di 16,5. Ma meno docenti, puntualizza la direttrice del DECS Marina Carobbio, non si traduce automaticamente in meno spese. “C'è sì una diminuzione del fabbisogno, ma ci sono altre necessità della scuola, come la decisione presa dal Parlamento di anticipare l'insegnamento del tedesco in prima media. Questo significa avere più docenti che insegnano questa lingua, perché ci sono più ore di insegnamento. Penso però anche alla necessità di prendere a carico le fragilità degli allievi e delle allieve, alcuni dei quali sono già presi a carico dalla scuola, ma necessita anche di sufficienti risorse”, conclude la direttrice.
