Lugano
Diocesi sotto accusa tramite una lettera anonima, De Raemy: "Sono sorpreso"
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
2 mesi fa
L'Amministratore apostolico si esprime sulle critiche contenute nella missiva redatta da una cinquantina di parroci. "Mi aiutino a capire le difficoltà che descrivono”.

Un’atmosfera di “terrore e corruzione”, dove le decisioni su nomine, trasferimenti e gestione interna sarebbero in mano a una “cricca ristretta che si muove in modo arbitrario e poco chiaro”. E, inoltre, “poca trasparenza, con la comunicazione con i vertici possibile solo via lettera o e-mail”. Sono solo alcune delle pesanti accuse che in queste ore sono state messe nero su bianco in una lettera che porta alla luce quella che pare palesarsi come una profonda frattura in seno alla Diocesi di Lugano. “Pare” è una precisazione dovuta, dato che la missiva è stata firmata in modo anonimo e inoltrata direttamente al nunzio apostolico in Svizzera, monsignor Martin Krebs, ma anche alla Congregazione dei vescovi e al prefetto, monsignor Robert Francis Prevost. La vicenda è stata resa nota e descritta dal quotidiano la Regione.

De Raemy: “Mi aiutino a capire”

“Sono sorpreso: mi aiutino a capire le difficoltà che descrivono”. Così si è espresso ai microfoni di Ticinonews l’Amministratore apostolico della Diocesi di Lugano, mons. Alain De Raemy nel commentare i contenuti della lettera. Lettera scritta da una cinquantina di parroci e preti che chiedono due cose fondamentali: la ristrutturazione di quello che è definito l’entourage di De Raemy e un passo indietro dello stesso Amministratore apostolico, in modo da ‘ricominciare da zero’. Nella missiva si parla anche di “gestione arbitraria di nomine” e addirittura di “vite dissolute”. Tutti aspetti che mons. De Raemy non ha mai constatato, neppure superficialmente. “Ho sempre detto che serve sapere e conoscere, ovviamente con la discrezione per la persona che viene a rendere conto di una difficoltà”, precisa.

“Sensazione di apatia”

Il manipolo di sacerdoti dissidenti, riporta il foglio bellinzonese, parla di una sorta di disinnamoramento. “Dopo i primi mesi di entusiasmo per l’arrivo di De Raemy, si è passati a una sensazione di stagnazione e apatia. Ci sentiamo ancora una volta abbandonati”. Nel migliore dei casi, “ci troviamo lasciati a gestire i nostri problemi in attesa di risposte alle domande unicamente via lettera o per e-mail”. Gli scriventi auspicherebbero anche una consultazione su vasta scala con il clero e i laici. E su questo aspetto, forse, c’è una parziale convergenza. “Mi piacerebbe un coinvolgimento maggiore di tutti e che le nomine non venissero fatte solo in due o tre persone, ma che vi fosse una consulta più ampia della gente sul territorio”, afferma infatti l’Amministratore apostolico.

Nessun ricambio nell’entourage

“L’amministratore apostolico”, si legge ancora, “ha fin da subito affidato incarichi alle stesse persone che gravitavano attorno al vescovo Lazzeri, garantendo una continuità che avrebbe dovuto essere interrotta”. Persone “che perseguono solo i propri interessi, il potere e l’egoismo”. Un altro elemento centrale sottolineato nella lettera è dunque che l’entourage di Valerio Lazzeri è rimasto praticamente invariato. Ma a tal proposito, è in programma l’idea di un cambiamento? “Da quattro mesi sono stato confermato per un periodo più lungo, quindi ora qualche cambiamento si può fare, perché è importante che in una diocesi che non ci siano sempre le stesse persone al medesimo posto”, replica De Raemy, il quale precisa di non poter comunque attuare “una grande ristrutturazione: sono sempre un amministratore”.

Conclusioni

Non vengono risparmiate neppure una serie di critiche legate alla gestione delle associazioni e fondazioni con obiettivi “poco chiari e poco trasparenti”. La lettera, si chiude con l’inevitabile: l’unico modo per uscire dall’impasse è la nomina di una nuova Guida per la Curia in vista dell’Anno santo 2025, affinché citiamo “la Diocesi sia guidata con saggezza e autorità in questo periodo cruciale”. E noi, per concludere, chiediamo a mons. De Raemy che idea si sia fatto apprendendo questa notizia. “È un peccato che la missiva sia anonima, perché uno poi comincia a farsi delle idee e a dirsi ‘forse è stato lui, o magari lui’”. In ogni caso “io non ho nessun sospetto in questo momento verso una persona in concreto”, termina l’Amministratore apostolico.

 

I tag di questo articolo