Ticino
“Dati illusori sulla disoccupazione”
Redazione
3 anni fa
L’economista Sergio Rossi commenta i dati mensili pubblicati questa mattina dalla SECO, che indicano una diminuzione a livello nazionale e anche in Ticino: “Queste statistiche raccolgono solo i dati di chi è iscritto agli URC”

Questa mattina la SECO ha pubblicato i dati mensili per la disoccupazione, che hanno fatto registrare una diminuzione dal 3,4 al 3,3% a livello Svizzero e un calo di -0,3 punti in Ticino. Dati che sembrerebbero rassicuranti, ma che secondo Sergio Rossi, economista dell’Università di Friborgo intervistato da Radio3i, nascondono la vera situazione: “Questa statistica si può leggere soltanto in un modo: le statistiche ufficiali pubblicate mensilmente dalla SECO in realtà trascurano una parte importante del fenomeno disoccupazione, ovvero raccolgono i dati solo di chi è iscritto a un centro regionale di collocamento. Attualmente ci sono meno disoccupati perché ci sono meno persone che possono accedere ai sussidi di disoccupazione. In realtà la disoccupazione è aumentata, addirittura esplosa in Canton Ticino: lo vediamo in giro per le strade o a leggere le notizie sulle persone in assistenza. Le persone sono comunque disoccupate a tutti gli effetti e questo è un problema maggiore quando la crisi del Covid-19 è entrata in grande stile”.

Come leggere la situazione nei prossimi anni? Quali sono le previsioni fattibili pensando che alcune misure economiche messe in campo andranno a sparire?
“Nei prossimi mesi, anche nel prossimo anno, sicuramente il numero dei disoccupati non calerà anche se ufficialmente le statistiche potrebbero rivelarlo come dicevo prima. Il problema è dato dal sapere se lo Stato vorrà continuare a sostenere l’economia con aiuti mirati più verso la domanda che verso l’offerta e quando deciderà di ridurre la spesa pubblica per ribilanciare le entrate con le uscite. Già si parla di risparmio, addirittura di austerità, magari anche di sgravi fiscali con l’illusione di rilanciare in quel modo l’economia. Ci saranno comunque dei problemi per molte persone, specie per chi arriva alla fine della vita attiva, perché non potranno beneficiare di una rendita ponte con difficoltà enormi ad arrivare a fine mese, perché avranno difficoltà a trovare un nuovo lavoro o se lo troveranno sarà a tempo parziale”.

In generale il nostro paese come si è mosso, secondo lei, a livello economico?
“Si è mosso male, in ritardo, e ha fatto troppo poco rispetto a quello che si fa nei paesi vicini, pensiamo anche all’Unione Europea. Lo Stato è considerato un fattore che può dare fastidio alle attività economiche invece che qualcuno le sostiene. Però per sostenerle anziché aiutare le imprese direttamente, con aiuti a fondo perso, bisogna aiutare i consumatori, trovare lavoro alle persone disoccupate: sostenere la domanda vuol dire rilanciare l’economia meglio e più a lungo rispetto a quello che stiamo facendo ora in Canton Ticino e in Svizzera con degli aiuti alle imprese. Bisogna mettere i soldi nelle tasche dei cittadini o direttamente, dando crediti da investire mensilmente nel mercato locale, o indirettamente permettendo di avere degli stipendi dignitosi che consentano alle imprese di assumere popolazione residente con degli stipendi degni del Canton Ticino”.

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