Ticino
"Crisi della democrazia", i partiti giovanili ticinesi ne hanno dissusso all'Usi
Redazione
2 giorni fa
La conferenza "Democrazia: quo vadis?" svoltasi lunedì sera ha dato la possibilità a esponenti di tutti i partiti giovanili di confrontarsi con il giornalista Federico Tafuni e il ricercatore Fabio Angiolillo.

Lunedì sera, a Lugano, tutti i partiti giovanili ticinesi, dalla destra alla sinistra, si sono ritrovati all’USI per discutere della "crisi mondiale della democrazia". Alla conferenza, organizzata dai Giovani verdi liberali e dai Giovani del Centro, hanno partecipato l'ambasciatore svizzero in Italia Roberto Balzaretti, il giornalista Federico Tafuni e Fabio Angiolillo, ricercatore all'istituto internazionale V-Dem, che annualmente misura lo stato di salute della democrazia di Paesi di tutto il mondo.

"Fondamenta sempre più spesso attaccate"

Dalle Americhe all'Asia, passando per l’Africa e l’Europa, “le libertà e le istituzioni che sono alla base della democrazia vengono sistematicamente attaccate da politici con inclinazioni autoritarie”, si legge in un comunicato stampa. Processi elettorali liberi, indipendenza del potere giudiziario, libertà di pensiero, libertà accademica e libertà di stampa: “Sono queste le basi invisibili sulle quali poggia ogni democrazia e che se vengono a cadere segnano il passaggio a un sistema autoritario”. E proprio queste fondamenta “vengono sempre più spesso attaccate, dall'Ungheria di Orban, nella quale i media non sono più liberi, all’El Salvador, che si è trasformato in uno stato di polizia, passando per la Polonia, che sotto il governo del partito nazionalista PiS aveva eliminato l'indipendenza dei giudici”.

Il segnale lanciato

Nella discussione, che ha dato la possibilità a esponenti di tutti i partiti giovanili di confrontarsi con Balzaretti e Tafuni, è emerso che alla crisi si possono dare differenti interpretazioni. Tuttavia, “più importante è il segnale che i partiti giovanili hanno dato ritrovandosi tutti insieme: il messaggio è chiaro. Di fronte alla crisi democratica globale, i giovani non vogliono restare spettatori, e vi è la volontà condivisa di migliorare la situazione”.