
Campione d’Italia, 16 ottobre. Sul lungolago dell’enclave italiana avviene un’aggressione. Stando a quanto raccolto da Ticinonews, un ragazzo ticinese stava avendo una discussione pacifica con la sua ex compagna quando, improvvisamente, da un’auto è sceso un uomo e ha iniziato a prenderlo a calci e pugni causandogli una frattura del naso e diverse escoriazioni curate poi al pronto soccorso di Mendrisio. L’aggressore sarebbe uno dei cinque condannati per l’omicidio di via Odescalchi a Chiasso, in cui venne ucciso un 35enne con un colpo di pistola. L’uomo è stato espulso dalla Svizzera, ma si trova a Campione. L’enclave rischia quindi di diventare un rifugio per i criminali espulsi dalla Svizzera? “Campione d’Italia è un’enclave all’interno del territorio svizzero”, ha spiegato a Ticinonews Siva Steiner, capoufficio dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa, “ma non credo che ci sia il rischio di avere una concentrazione più alta di persone espulse dalla Svizzera. La vicinanza con il nostro Paese non è tanto differente da quella di tanti altri comuni sulla fascia di confine”.
Un fenomeno che riguarda tutta la fascia di confine
I carabinieri di Campione non hanno voluto rilasciare dichiarazioni su questo fenomeno, ma Steiner spiega che “riguarda molti comuni sulla fascia di confine”. Il motivo è presto detto: “le persone che risiedevano in Svizzera hanno degli affetti nel Paese, alcuni hanno una famiglia”. Quando -a seguito di una condanna- vengono espulsi “tendono ad arrivare a vivere nei comuni vicini alla frontiera per restare vicino ai propri familiari”, ha spiegato Steiner.
“Facciamo prevenzione al rischio di recidiva”
Il fenomeno è cresciuto in seguito all’approvazione dell’iniziativa popolare federale “per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati”, la quale è entrata in vigore nel 2016. “Facciamo prevenzione al rischio di recidiva”, ha affermato il capoufficio. “Ad un certo punto della detenzione, come previsto dall’ordinamento svizzero, è possibile che la persona possa essere rilasciata con la condizionale. A questo punto c’è una differenza tra chi resta in Svizzera e chi va all’estero: chi resta all’interno della Confederazione può essere seguito, gli altri no”, ha concluso Steiner.