Confine
Certificato e Italia: “Tenere la fascia dei 60 km”
Marco Jäggli
3 anni fa
Dopo l’avallo del Consiglio di Stato alle restrizioni alla frontiera, che potrebbero limitare anche gli acquisti oltreconfine, Massimo Mastromarino torna a proporre l’estensione per la fascia di confine, ma questa volta applicata dalla Svizzera

Ha fatto discutere l’avallo del Consiglio di Stato alla proposta di Berna di richiedere il certificato di vaccinazione o guarigione al confine Svizzero, anche per “movimenti transfrontalieri” e “espatri di breve durata”. In altre parole, anche per chi fa la spesa in Italia. Se la proposta entrasse in essere i ticinesi che si recano in Italia per questo motivo rischierebbero, a seconda della versione scelta dal Consiglio federale, di dover far due tamponi sull’arco di un massimo di 7 giorni o dover addirittura fare un periodo di quarantena di 10 giorni. Sulla base di questi sviluppi, Ticinonews ha intervistato il Sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino.

“Proporremo di nuovo la fascia di 60 km”
“Faccio alcune considerazioni”, comincia il Sindaco, “la prima è che è giusto vaccinarsi e bisogna imparare a farlo per arginare la pandemia. La seconda è che abbiamo imparato che i provvedimenti migliori li abbiamo presi quando gli Stati si sono parlati. Nessuno si salva da solo, quindi anche su questo tema auspico che il dialogo con l’Italia rimanga aperto. Terzo, abbiamo già sperimentato qualcosa che funziona: dal 2 giugno è possibile muoversi liberamente nella fascia dei 60 km”. Questo perché “questo spostamento, che riguarda la nostra Regio insubrica e non ha nulla a che vedere con il rientro dalla vacanze e gli spostamenti di lungo corso, ha funzionato. Facciamone tesoro e cerchiamo di dare una risposta peculiare tipica del territorio di frontiera”. Quindi prenderete contatto con il Governo ticinese per fare questa proposta? “Assolutamente sì”.

Per quanto riguarda invece l’imminente estensione del green pass in Italia al posto di lavoro: “Ci sono politiche basate su una popolazione di 60 milioni di abitanti, ma non possiamo pensare che una misura che deve valere sul territorio nazionale debba poi avere delle ripercussioni su un territorio peculiare come quello di frontiera, fatto di legami resi molto deboli dal confine”.

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