Lugano
Come proteggere il bene più importante che abbiamo: l'acqua
Redazione
2 ore fa
Risorse idriche sempre più minacciate da inquinamento, scarsità e conflitti d'interesse. Se n'è parlato in occasione della 6a edizione del Congresso svizzero sull’acqua.

Tecnici, politici, personale della pubblica amministrazione e più in generale tutti coloro che si interessano alla gestione dell'acqua si sono riuniti al Palazzo dei Congressi di Lugano per dialogare e confrontarsi sul cosiddetto oro blu. Tema scelto per la 6a edizione di ACQUA360: la protezione delle risorse idriche. "Lo spunto ci è venuto perché di PFAS si parla ormai quasi giornalmente", spiega l'organizzatore Raffaele Domeniconi.

PFAS, DDT e sostanze inquinanti

Già i PFAS (sostanze per- e polifluoroalchiliche) fino a qualche anno fa sconosciuti ai più, oggi invece una delle principali fonti di preoccupazione per la salute e l'ambiente. Sostanze inquinanti che, come altre, penetrano nel sottosuolo raggiungendo la principale fonte di acqua potabile in Svizzera. Un pericolo a volte amplificato - è stato ammesso durante il dibattito - ma spesso sottovalutato. "Anche il DDT all'inizio non sembrava un problema ma a lungo termine si è rivelato tale - prosegue Domeniconi -, quindi se ci sono degli allarmi da un punto di vista tossicologico è meglio limitare le immissioni e solo in seguito analizzare il fenomeno".

Proteggere quantità e qualità dell'acqua

Limitare le immissioni di sostanze inquinanti vuol anche dire arginare l'utilizzo intensivo del territorio, a cui tutti contribuiscono. "È importante rispettare i pozzi di captazione delle acque sotterranee. Ci sono delle restrizioni importanti, proprio per proteggere la qualità e la quantità delle acque", argomenta Michael Schärer, Capo della sezione Protezione delle acque sotterranee dell'UFAM. Inquinamento che assieme ai cambiamenti climatici, allo sviluppo economico e a quello demografico possono portare alla scarsità di risorse idriche. Ma quando la coperta si fa più corta, ecco che nascono i conflitti d'interesse tra utilizzo energetico, agricolo, industriale, domestico o ancora per il tempo libero, basti pensare all'innevamento artificiale. Raffaele Domeniconi ne è certo: "Occorre avere una visione ampia e non settoriale. Pensare al bene comune e alle future generazioni".