Ticino
Città della giustizia, non tutto è perduto
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
un anno fa
Il progetto ha ancora una possibilità, ma dovrà attendere ancora ancora per conoscere il proprio destino. Bignasca (Lega): “È importante che i cittadini possano esprimersi sulla questione”. Durisch (PS): “Abbiamo chiesto tempo almeno fino a settembre”.

Sull’acquisto dello stabile EFG per dare una nuova casa ai magistrati, la politica ha scelto di prendere tempo. La città della giustizia dovrà quindi aspettare ancora un po' per conoscere il suo destino. La posta in gioco, del resto, è piuttosto pesante: acquistare lo stabile EFG, renderlo idoneo ai bisogni della magistratura e restaurare il vecchio ministero pubblico, costerebbe ai contribuenti circa 250 milioni di franchi. Una spesa importante a cui va aggiunto un dettaglio fondamentale: non esiste alcun piano B.

Quadranti: “Un aiuto alla giustizia, non a Gobbi”

Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, dopo le polemiche degli ultimi mesi, ieri mattina ha risposto ai quesiti della Commissione della Gestione e ha ottenuto una parziale vittoria: il suo progetto ha ancora una possibilità, nonché dei difensori. “Il messaggio ha tenuto conto anche di quattro-cinque varianti che dal 2015 in avanti sono state valutate e scartate, in parte perché i costi erano simili e in parte perché non si andava negli immobili di proprietà dello Stato”, spiega ai microfoni di Ticinonews il granconsigliere PLR e relatore del rapporto Matteo Quadranti. “Questa è quindi la soluzione che si è presentata. Non si tratta di un aiuto a Gobbi, che non ne ha bisogno, bensì di un aiuto che noi riteniamo di dover dare alla giustizia, la quale lo chiede da tempo”.

Bignasca: “Fondamentale che a decidere sia il popolo”

Per la Lega dei ticinesi, invece, la questione è chiara: una spesa simile deve ottenere il via libera dei contribuenti. “Per noi è importante uscire dalla commissione della Gestione e andare in aula di fronte al Gran Consiglio”, afferma il capogruppo Boris Bignasca. “Se il Parlamento darà luce verde, sarà poi fondamentale chiedere il referendum finanziario obbligatorio e far così decidere il popolo per questa spesa e per quelle ad essa correlate, che hanno un importo attorno ai 200-250 milioni”. Se per far esprimere i cittadini sarà quindi necessario dare assenso formale “penso che il gruppo potrebbe orientarsi in questo senso”.

Durisch: “Se si desidera una convergenza, allora ci vuole anche su altri temi”

Possibilista anche il partito socialista, ma a condizioni chiare. “Noi abbiamo chiesto tempo almeno fino a settembre, perché vogliamo vedere anzitutto l’atteggiamento della commissione anche sulle misure di compensazione della cassa pensione”, precisa il capogruppo del PS Ivo Durisch. “Vogliamo vedere i tagli ai servizi prestazioni che usciranno e a quel punto decideremo il sostegno o meno all’acquisto dello stabile. Diciamo che se si desidera una convergenza, allora ci vuole anche su altri temi”.

 

I tag di questo articolo