Ticino
“Ci siamo ammalate lavorando in ospedale”
Un’inchiesta de ilCaffè rivela una lettera in cui 7 infermiere denunciano i fatti e chiedono chiarezza. L’Eoc: “Nessuna prova scientifica”

Sette infermiere si sarebbero ammalate di tumori o malattie autoimmuni a causa del lavoro svolto all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona. È quanto rivela un’inchiesta de ilCaffè pubblicata questa mattina. Le infermiere erano impiegate nel reparto di chirurgia ma anche nella preparazione dei farmaci destinati alla chemioterapia.

Dagli anni Ottanta “senza guanti e visiera”
La denuncia delle infermiere che negli anni Ottanta, poi tra il ’90 e il ’93 e nei primi anni del 2000 hanno lavorato nel reparto citato hanno scritto una lettera nella primavera del 2019 in cui denunciano i fatti. Lettera indirizzata all’Ufficio dell’Ispettorato del Lavoro, a quello del Medico cantonale e alla direzione del San Giovanni. “La preparazione dei chemioterapici sarebbe dovuta avvenire negli ambulatori oncologici, ma avveniva nel reparto di chirurgia, in un locale piccolissimo senza guanti, senza manicotti, senza alcuna visiera”, si legge su ilCaffè.

“Tutte malate di tumori o patologie autoimmuni”
“Desideriamo portare l’attenzione sul fatto che tutte, tutte quante ci siamo ammalate in modo più o meno grave di patologie autoimmuni e tumori”, racconta un’infermiera. La tossicità dei prodotti con cui entravano in contatto avrebbe portato gravi conseguenze sulla salute delle dipendenti, portando alla morte una di loro. L’Eoc, interpellato dal settimanale risponde che “non ci sono prove scientifica né nessi di causalità”. Insomma, “le loro non sono malattie professionali”.

“Nessun nesso di casualità”
L’Eoc effettuò una valutazione tossicologica per verificare qualche tipo di correlazione. In un rapporto del febbraio 2020 ha affermato “che sulla base delle evidenze scientifiche attualmente disponibili, non è possibile definire nessi di causalità diretti conclusivi tra chemioterapici/formaldeide e le patologie sviluppate dalle collaboratrici. Patologie, soprattutto quelle oncologiche, relativamente frequenti soprattutto in una popolazione non giovane”.

“La nostra battaglia prosegue”
Il gruppo di infermiere, però, non ci sta. “La nostra battaglia prosegue. Continua per noi e per tutti quei colleghi che magari venendo a conoscenza della nostra vicenda ritorneranno con la mente a quegli anni”.

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