
Troneggia tra vicolo Sottocorte e via Salvioni da oltre un secolo a Bellinzona. Ma è in questi giorni che villa Bonetti, storico edificio che sarà messo all'asta il 9 luglio, sta facendo particolarmente parlare di sé. Lunedì sera la maggioranza del Legislativo ha dato il via libera al Municipio a partecipare all’incanto. Per il gruppo Lega-UDC è la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno. Uno spreco di denaro pubblico, dicono, ancor più dopo la copertura dei buchi finanziari dei castelli e del teatro, contestato anche da alcuni utenti sui social. Di qui la riflessione su un possibile referendum o un’altra arma legale contro una decisione presa, citiamo, "da un consiglio comunale non rappresentativo dei suoi cittadini". L’ufficialità è attesa a giorni.
"Credo invece che siamo molto attenti alla dimensione economica e finanziaria come in tutte le cose che facciamo, e quindi anche in questo caso" spiega dal canto suo il sindaco Mario Branda ai microfoni di TeleTicino. "Si è fatto tanto parlare della protezione dei nostri monumenti storici; è bene farlo a parole, anche con delle dichiarazioni. Abbiamo modificato anche i nostri regolamenti per mettere sotto tutela alcuni importanti immobili. Qui vogliamo fare un passo in più e garantire alla città un immobile di grande valore, conservarlo e consegnarlo alle future generazioni".
Tutelata per l’appunto tra i beni culturali, la villa è una testimonianza della belle époque bellinzonese. Per il Municipio l’idea di massima sarebbe quella di aprirne i cancelli a ricevimenti istituzionali, seminari o piccole esposizioni. Il giardino diventerebbe invece un piccolo parco urbano. Attualmente il suo valore è però stimato a 7,6 milioni di franchi. Una cifra eccessiva, ammette lo stesso Esecutivo che ha commissionato una perizia.
"C'è una disponibilità di principio a entrare nel merito di un eventuale acquisto" spiega ancora Branda. "Allo stesso tempo però il prezzo deve coincidere con le nostre aspettative e possibilità. È chiaro che il prezzo indicato nella perizia deve essere rivisto al ribasso se davvero vogliamo che Bellinzona possa acquistare quell'immobile".
Su un possibile tetto massimo, Branda non ha voluto pronunciarsi. "Non lo vogliamo indicare perché ci sarà un'asta e non vogliamo scoprire troppo presto le nostre carte. Nel momento in cui le discussioni, o eventualmente la negoziazione privata dovesse andare a buon fine, dovremmo riproporre un nuovo messaggio al consiglio comunale e ovviamente la cosa verrebbe comunicata pubblicamente".
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