Verdi Liberali
Arrocco Gobbi-Zali, PVL: "Il Ticino ha bisogno di risposte, non di giochi di palazzo"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 giorni fa
"Siamo rimasti senza parole di fronte a modi e tempi completamente sbagliati. Il rispetto per le istituzioni e per i cittadini impone trasparenza, chiarezza e soprattutto responsabilità. Speriamo che le scuse annunciate dai due ministri servano almeno a ristabilire il clima necessario per tornare a lavorare con serietà nel governo", scrivono i Verdi Liberali in una nota stampa.

Dopo varie prese di posizione e comunicati stampa da parte di diversi partiti, ora anche i Verdi Liberali del Ticino "esprimono sconcerto" per la gestione comunicativa e politica dell’ipotesi di scambio di dipartimenti tra i Consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali. "Una decisione così rilevante, che influisce sul funzionamento del Governo cantonale e sull’attuazione delle politiche pubbliche, non può essere trattata come un affare interno di partito", sottolineano in un comunicato stampa. "Siamo rimasti senza parole di fronte a modi e tempi completamente sbagliati. Il rispetto per le istituzioni e per i cittadini impone trasparenza, chiarezza e soprattutto responsabilità. Speriamo che le scuse annunciate dai due ministri servano almeno a ristabilire il clima necessario per tornare a lavorare con serietà nel governo".

Cosa si chiede

Quanto viene chiesto dai Verdi Liberali al Consiglio di Stato è quindi un atto di chiarezza. "È urgente che venga presa una decisione definitiva, che chiuda rapidamente questo capitolo diventato fonte di incertezza e tensione". A detta del partito, il Ticino "non ha tempo da perdere in discussioni autoreferenziali, in un contesto in cui il mondo evolve rapidamente e gli altri cantoni corrono verso il futuro, il nostro Cantone rischia di restare fermo in stazione, mentre il treno delle opportunità e delle riforme passa davanti a noi a velocità crescente". Quello che auspicano, dunque, è che tutte le istituzioni politiche "tornino a occuparsi con determinazione del bene comune, restituendo centralità ai problemi reali dei cittadini ticinesi".