Ticino
Anticorpo ticinese, come funziona?
Immagine account Facebook Christian Garzoni
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Daniele Coroneo
3 anni fa
Ticinonews ha posto alcune domande al dottor Garzoni su funzionamento e potenzialità del nuovo anticorpo contro il Covid sviluppato in Ticino, “il migliore a livello mondiale”

L’anticorpo monoclonale Sotrovimab, sviluppato contro il coronavirus dalla Humabs di Bellinzona, è arrivato negli ospedali di tutta la Svizzera. Fra questi c’è anche la Clinica Moncucco di Lugano. Il medicamento è stato definito “Una nuova arma molto efficace” da Christian Garzoni, direttore sanitario della struttura, che ricorda come il farmaco sia pensato per i pazienti a rischio nei primi cinque giorni di malattia. Ma come funziona un anticorpo monoclonale? Ticinonews ha voluto porre alcune domande al dottore della Moncucco.

Come funziona un anticorpo monoclonale?
“L’anticorpo monoclonale blocca il virus in una persona che si è appena ammalata e che dentro al suo corpo ha una quantità importante di virus. L’anticorpo contenuto in Sotrovimab è stato creato appositamente contro il Covid, anche se è valido per tutti i coronavirus: il medicamento ci aiuterà anche di fronte a future nuove mutazioni del Covid”.

Quando deve essere somministrato affinché funzioni al meglio?
“L’anticorpo è efficace solo nella prima fase della malattia, quindi nei primi cinque giorni. Le persone con dei fattori di rischio devono quindi rapidamente farsi testare in caso di sospetto di infezione e, se positive, contattare il proprio medico o rivolgersi a un pronto soccorso per valutare la somministrazione dell’anticorpo. Questa deve però avvenire – lo ricordo – nei primi cinque giorni della malattia”.

La stagione fredda sta iniziando. Non c’è il rischio che ci sia una corsa all’anticorpo al minimo sintomo influenzale?
“Certo, questo rischio esiste. Tuttavia, chiunque oggi abbia dei sintomi influenzali deve sottoporsi a un tampone. Se positivo, è importante contattare il proprio medico per vedere se si dispone dei criteri per avere accesso al farmaco”.

L’anticorpo è un’alternativa al vaccino?
“Assolutamente no! Il vaccino resta la chiave per uscire dalla pandemia. È chiaro però che ci sono persone fragili e che non producono abbastanza anticorpi, anche dopo la vaccinazione. Sotrovimab è pensato principalmente per queste persone, riducendo ulteriormente il rischio di essere ospedalizzati e di avere decorsi seri della malattia”.

La Confederazione ha acquistato Sotrovimab solo perché è ticinese o perché è effettivamente il migliore?
“Posso dirlo veramente con orgoglio: questo farmaco è stato sviluppato in Ticino e oggi, a livello mondiale, è l’anticorpo monoclonale con il potenziale maggiore. È già stato venduto in molti Paesi. Con la Humabs di Bellinzona gli ospedali e le cliniche del cantone hanno condotto degli studi che hanno anche contribuito allo sviluppo di questo anticorpo”.

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