
Angelica Pennucci ha imparato presto che, davanti a una malattia rara, arrendersi non è un’opzione. Affetta da una patologia genetica mitocondriale, ricorda ancora perfettamente il giorno della diagnosi. “Come mi sono sentita quando me l’hanno diagnosticata? Mi sono detta: 'devo combattere'. Il mio motto è 'non mollare'”. Da quel momento ha trasformato la sua esperienza in un percorso di forza e consapevolezza. E oggi, mentre a Lugano sono in corso le giornate Telethon, la sua testimonianza diventa il filo rosso che ricorda quanto la ricerca e la solidarietà siano strumenti indispensabili per chi convive con una malattia rara. E non solo per chi ne è direttamente colpito, ma anche per le famiglie.
La ricerca che cambia la vita
Per Angelica, parlare di ricerca non è uno slogan: è esperienza personale. “È un aspetto fondamentale. Oggi in Ticino siamo in 400 ad avere una malattia genetica rara. Io, con le mie testimonianze, porto quindi l’importanza della ricerca e dei suoi fondi”. E proprio la ricerca è riuscita a condurla lontano, fino a Pisa, grazie al sostegno della MGR (Associazione malattie genetiche rare) e ai fondi Telethon. “Dopo svariate visite in Ticino e in Svizzera interna, grazie ai medici di MGR ho potuto far parte di un trainer di ricerca a Pisa". Ma le associazioni non offrono solo percorsi clinici: creano anche comunità, sollievo e normalità. “Tolgono momenti di pesantezza e, viceversa, offrono leggerezza con attimi conviviali. Sono tutti aspetti che, anche mentalmente, ti distraggono dal problema quotidiano”.
Le giornate Telethon e il valore di una comunità unita
In questi giorni Piazza Manzoni diventa il cuore della solidarietà ticinese: biker e famiglie scendono in piazza per sostenere Telethon e MGR. Per Angelica, si tratta di uno dei momenti più belli dell’anno. “Questo evento per me è bellissimo, perché vedi Lugano vivere, vedi la città unita e la gente che partecipa”. Una partecipazione che, per chi lotta ogni giorno con una malattia rara, non è solo presenza: è un abbraccio collettivo, un segnale concreto che nessuno deve combattere da solo.
