Sanità
Alla Moncucco una nuova tecnologia per trattare le lesioni tumorali
Redazione
un anno fa
Una nuova tecnologia capace di irradiare con precisione le lesioni tumorali soggette a movimento, come quelle epatiche o polmonari. Si chiama Synchrony e se ne è dotata la clinica Moncucco. Meno sedute per il paziente e meno effetti secondari. Oggi c’è stato il primo trattamento con questo macchinario.

Salvatore ha delle lesioni tumorali ai polmoni e il suo caso non è operabile, ma ha tutte le caratteristiche per sottoporsi a una radioterapia con una nuova tecnologia chiamata Synchrony. La clinica Moncucco si è dotata di questo macchinario capace di irradiare accuratamente quelle lesioni soggette a movimenti fisiologici o respiratori, come quelle epatiche o, appunto, polmonari, come nel caso di Salvatore. Synchrony riesce infatti a seguire gli spostamenti delle lesioni, a differenza dell’apparecchio usato di solito nelle terapie convenzionali. Ne abbiamo parlato con Alessandra Franzetti Pellanda, primario di radioterapia.

“Minor tossicità”

“Normalmente nella situazione statica, per essere certi di centrare letteralmente il nostro bersaglio in movimento, dobbiamo aggiungere al nostro target un certo margine”, spiega Franzetti Pellanda. Un margine di tessuto sano “che ci permette di tutelare qualsiasi movimento e di essere quindi certi di centrare la lesione in ogni momento”. Questo significa che è pertanto necessario includere del tessuto di polmone sano nel campo di radiazione. Questa nuova tecnologia permette invece di seguire in tempo reale lo spostamento “grazie all’adattamento della centratura del fascio di radiazione al movimento stesso e alla lesione”. In questo modo, si è in grado di ridurre questo margine a pochissimi millimetri, “quindi a salvaguardare molto meglio il tessuto sano. In termini pratici, in clinica, si traduce in minor tossicità”.

Come funziona il trattamento

Salvatore è il primo paziente ad essere trattato con questa nuova tecnologia. Ma come funziona? “Per prima cosa vengono posizionati dei LED luminosi sull’addome del paziente all’altezza del diaframma”, spiega sempre la dottoressa. Quel particolare punto “risente degli atti respiratori e avviene una registrazione di quest’ultimi con una sorta di grafico. Contemporaneamente, si registrano diverse angolazioni di fasci di radiazioni che permettono di seguire - in base a questi atti respiratori - il movimento della lesione, riconoscendo la propria densità ed erogando in modo simultaneo il trattamento rispetto ai movimenti”.

Effetti secondari minori

La seduta è durata una ventina di minuti, dieci di preparazione e dieci di trattamento vero e proprio. Anche se ci saranno altre sedute per Salvatore, queste saranno comunque meno rispetto a quelle previste per un trattamento convenzionale, e con dosi di raggi X più alte. “Il fine del trattamento è riuscire a controllare meglio la lesione, quindi portare alla guarigione. Inoltre, riusciamo a dare una dose più alta e ad avere effetti secondari minori”, ci ha spiegato il dottor Giorgio Ballerini, il radio-oncologo che segue Salvatore. “C’è infatti un controllo visivo: noi vediamo quello che stiamo irradiando, non abbiamo zone di penombra che potrebbero mettere in dubbio la presenza della malattia. Seguire il movimento della lesione è particolarmente importante quando si tratta di polmoni”. Synchrony è stata integrata in un acceleratore lineare già in un uso: un unico apparecchio eseguirà trattamenti sia a lesioni statiche che dinamiche.