
La sentenza di oggi sul caso che ha visto coinvolti due agenti della polizia cantonale, prosciolti dall’accusa di favoreggiamento, è stata al centro di Matrioska andata in onda questa sera.
Ferrara: 'La Procura ha agito correttamente'
Per l’avvocata e deputata PLR Natalia Ferrara “sicuramente mancava qualcuno a questo processo”. Secondo lei, però, l’operato del Ministero pubblico è stato corretto: “Qualsiasi magistrato, come ha fatto il procuratore generale, avrebbe promosso l’accusa. È quello che prevede la legge e il codice di procedura penale: in dubio pro duriore. Poi spetta al giudice stabilire se è stato commesso un reato”. Ferrara sottolinea anche che la giudice Elettra Orsetta Bernasconi Matti “non ha usato mezzi termini: sono stati commessi errori, non è stata rispettata la legge né le procedure”. A suo avviso la linea della procura è stata “chiara e coerente, forse non completa”, ma è difficile giudicare senza avere tutti gli atti d’inchiesta.
Dadò: "Emersi elementi gravissimi"
Più critico invece il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò, autore dell’interpellanza che fece emergere pubblicamente il caso: “Le sentenze si impugnano, non ci sono tanti commenti da fare”, afferma. Il processo ha però fatto emergere una realtà chiara: “Il controllo andava fatto, errori ce ne sono stati, ma non ci sono sufficienti elementi per dire che gli agenti abbiano commesso l’errore volutamente”. Per Dadò sono comunque emersi degli elementi “gravissimi” durante il dibattimento. A suo avviso, i due agenti sono stati “lasciati soli dai loro vertici” e sono stati messi in questa situazione perché “non c'è stata comunicazione fin dall'inizio: si è permesso che circolassero delle voci, dei dubbi finché i dubbi sono diventati anche delle certezze con il rinvio a giudizio”. Inoltre, Gobbi ha guidato “in condizioni in cui non poteva farlo senza essere sottoposto a controlli come qualsiasi altro cittadino”. Infine, si è soffermato sull’aspetto più grave: l’uso di etilometri non calibrati, come emerso dal racconto di uno dei poliziotti. “Quante persone sono state multate o hanno perso la patente sulla base di apparecchi illegali?”, si chiede, ricordando che in Parlamento, in risposta a un’interpellanza che chiedeva lumi sull’utilizzo di etilometri non tarati, è stato risposto che “non risultano casi di controlli effettuati con apparecchi non certificati”.
Rossi: "Quando lo Stato sbaglia, deve scusarsi"
Un aspetto, quest’ultimo, su cui è d’accordo anche l’avvocato e granconsigliere UDC Tuto Rossi. “Tutte le persone sanzionate o a cui è stata ritirata la patente dovrebbero vedere cancellata la pena. Questo è il minimo. Se davvero gli etilometri sono stati usati come mezzo di prova, bisogna fare marcia indietro: quando lo Stato sbaglia, deve scusarsi”. Per quanto riguarda la sentenza, per Rossi si è trattato di “tanto rumore per nulla: i poliziotti sono stati assolti”.