Ticino
Agenda scolastica: "Tocca ai Municipi decidere, non ci saranno conseguenze"
Redazione
2 anni fa
Marina Carobbio, direttrice del DECS, ha preso posizione sulla possibilità che i comuni non distribuiscano l’agenda scolastica. E sui contenuti: “È il frutto di un lavoro interdipartimentale che si è basato sul parere di esperti. Se i docenti hanno difficoltà, c’è una rete di supporto”.

"L'agenda scolastica cantonale viene messa a disposizione dei comuni, ma non c'è l'obbligo di distribuirla: tocca ai Municipi e alle direzioni scolastiche decidere. Per chi rinuncia, non ci saranno conseguenze". Così Marina Carobbio, direttrice del DECS, si è espressa sulla possibilità che i comuni rinuncino alla distribuzione dell'agenda scolastica nelle scuole comunali dopo le polemiche che hanno suscitato due pagine del diario, in cui viene affrontato il tema dell’identità di genere. Una possibilità, quella della rinuncia, che è già stata annunciata dal comune di Tresa, che non intende distribuire i diari agli allievi di quinta elementare. Sollecitata in conferenza stampa a Bellinzona, la consigliera di Stato si è espressa sul caso del comune malcantonese e sulla possibilità di intavolare un dialogo. “Il dialogo c’è sempre. Il comune rimane un attore importante nella scuola e da parte nostra c’è sempre la volontà di discutere qualora ci fosse l’esigenza di avere maggiori informazioni o discutere su un determinato tema”.

Un tema che va affrontato nella scuola

La ministra ha comunque escluso che venga bloccata la distribuzione del diario o che i contenuti vengano rivisti prima dell’inizio della scuola, nonostante le voci critiche espresse da numerosi partiti. “I contenuti dell’agenda sono stati elaborati da un gruppo di lavoro, che ha coinvolto il DECS, il DSS e gli esperti dell’associazione Radix. Come ogni documento che viene prodotto, c’è sempre una riflessione”. Se sorgono domande, i docenti possono appoggiarsi su una rete di esperti, ha precisato ancora Carobbio. “L'identità di genere è un tema che il mondo della scuola deve affrontare. Un tema che è affrontato con delicatezza nell'agenda scolastica, così come quello dei pregiudizi e del rispetto. Oggi i docenti sono preparati all'ascolto di varie problematiche e se sorgono domande da parte degli allievi e delle loro famiglie, hanno anche una rete di esperti a loro disposizione, come la Commissione per l’educazione affettiva e sessuale nella scuola (CEAS), il servizio medico psicologico, il sostegno pedagogico, oppure possono fare capo anche a enti esterni, come la Fondazione della Svizzera italiana per l'aiuto e il sostegno e la protezione dell'infanzia (ASPI)”.

"Aperti a incontrare la Commissione formazione e cultura"

Per quanto riguarda la richiesta da parte del PLR di un incontro tra la Commissione formazione e cultura e la direzione del DECS, la consigliera di Stato si è mostrata aperta. "Ho sempre parlato in maniera aperta con la Commissione e visto che sono coinvolti due Dipartimenti (DECS e DSS) ascolteremo le richieste e vedremo come rispondere alle domande della Commissione. Non c’è nessun problema a incontrarla e discutere”.