Ticino
Abolizione dei livelli A e B, al via prime prove
Immagine CdT/Chiara Zocchetti
Immagine CdT/Chiara Zocchetti
Redazione
2 anni fa
Al termine della consultazione, il DECS propone di avviare una fase di sperimentazione, già dal prossimo settembre, in alcuni istituti di scuola media, per un periodo di due anni

Il 64% delle persone che ha risposto alla consultazione promossa dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) sul futuro dei corsi attitudinali e di base in III media si è detto favorevole a superare il modello attuale. Il DECS propone quindi al Consiglio di Stato di avviare una fase di sperimentazione a partire dall’anno scolastico 2022/2023, per la durata di due anni, coinvolgendo una parte dei trentasei istituti di scuola media.

La consultazione
La consultazione si è chiusa lo scorso 23 dicembre e nei giorni scorsi il DECS, tramite la Divisione della scuola, ha completato l’analisi delle 109 risposte espresse (84 da gruppi o organizzazioni e 25 da persone singole). “La valutazione dei dati, consegnata in un documento di 48 pagine che sarà presto sottoposto al Consiglio di Stato, permette di affermare che il 64% del totale delle risposte concorda sulla necessità di superare il modello attuale, mentre il 22% avversa questa idea”, si legge nella nota diramata dal DECS. “Il rimanente 14% non esprime un giudizio sull’oggetto sottoposto a consultazione, ma si limita a valutazioni di carattere generale”.

I motivi per superare il modello attuale
Dalla consultazione emerge “come la maggioranza dei rispondenti concordi con la necessità di superare i corsi A e B così come attualmente impostati”. Le ragioni a sostegno di tale posizione fanno riferimento “alle distorsioni alle quali il modello è stato sottoposto nel corso del tempo e alle relative pressioni su allievi, famiglie e docenti”. Oltre a questo vengono citate anche le dinamiche di “etichettatura” e categorizzazione che minano la motivazione e l’autostima degli allievi che frequentano i corsi B, lasciando strascichi importanti sul loro successivo percorso formativo e professionale. “L’abbandono della differenziazione strutturale potrebbe oltretutto consentire al sistema scolastico ticinese di raggiungere un grado di equità e accessibilità ancora maggiore per tutti gli allievi, in considerazione del peso esercitato dallo statuto socioeconomico sul percorso formativo”, sottolinea il DECS.

Il 30% favorevole alla proposta del DECS
Il 30% dei rispondenti si schiera a favore della proposta così come proposta dal DECS, senza porre particolari condizioni. Tra di essi ci sono la Conferenza cantonale dei genitori, due collegi di scuola media, alcuni partiti politici (Partito socialista, Verdi, Partito comunista, Più donne), un sindacato (VPOD), la Divisione della formazione professionale, il Collegio degli ispettori delle scuole comunali, alcuni genitori, allievi e cittadini.

Il 34% è d’accordo a determinate condizioni
Il 34% dei consultati si dichiara favorevole alla proposta, ma a determinate condizioni. Tra questi una buona maggioranza dei collegi di scuola media, gli esperti della scuola obbligatoria ad eccezione di quelli di matematica, i direttori di scuola media, il Partito popolare democratico. Le osservazioni espresse possono essere declinate in due grandi filoni, che il Decs riassume qui di seguito:
• il primo è relativo alla modalità di superamento scelta, ovvero i laboratori. Il giudizio complessivo su questa modalità organizzativa e didattica è positivo, ma vengono menzionate delle incertezze come ad esempio la necessità di meglio definire questa modalità didattica e di chiarirne i contenuti in maniera più precisa. Altri dubbi riguardano la differenziazione didattica che viene richiesta all’interno dei laboratori a composizione eterogenea e alle relative modalità di valutazione. Emerge di conseguenza l’esigenza che i laboratori in III media non vengano introdotti subito in maniera generalizzata, ma che si effettui prima una sperimentazione del modello proposto su più istituti di scuola media. Questa sperimentazione dovrebbe essere accompagnata da una valutazione esterna, ma anche da un’adeguata formazione e un apposito sostegno ai docenti;
• il secondo filone lamenta la parzialità del progetto, invocando la necessità di una riflessione che tocchi anche la IV media. C’è infatti chi avrebbe desiderato un superamento globale dei corsi A e B sui due anni, pur valutando positivamente il differimento di un anno della scelta degli allievi. Altre prese di posizione ritengono invece che l’idea di superare i corsi A e B unicamente in terza media non consenta di avere una visione complessiva sull’intero biennio, determinando quindi una difficoltà a esprimersi in maniera compiuta sulla proposta in consultazione. Queste riflessioni sono strettamente legate a quelle relative alla transizione verso il postobbligo. Secondo alcuni la proposta del superamento unicamente in III media non consente di affrontare quello che per tanti è il reale problema posto dai corsi A e B, ovvero le questioni relative all’equità e alla stigmatizzazione del corso B nei settori del postobbligo. Numerose sono le prese di posizione che riportano la necessità di un miglior coordinamento con i settori del postobbligo e con il mondo del lavoro per favorire la transizione.

I contrari
Circa il 22% dei partecipanti manifesta invece il proprio dissenso in merito al modello proposto, ritenendo per vari motivi adeguato l’attuale sistema di differenziazione strutturale. In questo schieramento si colloca il Partito liberale radicale. Vi figurano anche alcuni collegi di docenti, allievi, cittadini, e gli esperti di matematica. Tra le motivazioni principali citate c’è un’opposizione di principio al superamento dei corsi A e B, ma anche il timore che l’abbandono della differenziazione strutturale abbia delle ripercussioni sui risultati degli allievi (sia dei più forti che dei più deboli). Altre prese di posizione ritengono che “la colpa del malfunzionamento del sistema attuale sia da attribuire a pressioni esterne, da parte dei sistemi scolastici successivi, oppure più in generale alla società, il che implica che i problemi non possano essere risolti unicamente attraverso il superamento dei corsi A e B”.

Si parte con la sperimentazione
“Considerate le risposte giunte e le relative osservazioni di dettaglio era illusorio, come del resto ampiamente prevedibile, immaginare che il modello proposto sintetizzasse tutte le criticità, pur nella condivisione del principio che punta al superamento dei corsi A e B in III media”, sottolinea il DECS. “Ancor peggio sarebbe però lasciare il sistema ostaggio dell’immobilismo, in attesa di un’unanimità impossibile da ottenere su questo tema”. Il Dipartimento dell’educazione ha quindi deciso di raccogliere l’invito, giunto da diverse voci favorevoli e critiche, di avviare una fase di sperimentazione. Al Governo, come detto, viene proposto di avviarla dall’anno scolastico 2022/2023, per una durata di due anni, coinvolgendo una parte dei 36 istituti di scuola media. “Considerata la necessità di riflettere sull’intero biennio (III e IV), le analisi continueranno all’interno del gruppo di lavoro già esistente per individuare modalità di superamento dei corsi A e B anche in IV media”, fa sapere ancora il DECS. La proposta di avviare la fase sperimentale e di continuare la riflessione sulla IV media viene ora sottoposta al Consiglio di Stato unitamente al documento di valutazione delle risposte.

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