Violenza
Violenza domestica, "le vittime straniere vanno protette maggiormente"
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Keystone-ats
un anno fa
Lo prevede un progetto di legge frutto di un'iniziativa parlamentare adottato dalla Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale (CIP-N) per 18 voti a 6 e un'astensione e inviato in consultazione fino al 15 di marzo.

Le vittime straniere di violenza domestica devono essere meglio protette. Lo prevede un progetto di legge frutto di un'iniziativa parlamentare adottato dalla Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale (CIP-N) per 18 voti a 6 e un'astensione e inviato in consultazione fino al 15 di marzo. Dopo un divorzio, uno straniero può rimanere in Svizzera e prolungare il suo permesso di soggiorno a certe condizioni. Ciò è particolarmente vero se lui o lei sono vittime di violenza domestica. Tuttavia, le condizioni sono difficili da soddisfare. La vittima deve provare che la violenza c'è stata. Per paura di perdere l'autorizzazione di soggiorno, alcune donne rimangono quindi col coniuge violento.

Estensione dei casi di rigore

Stando a una nota odierna dei servizi parlamentari, la CIP-N ha deciso di precisare ed estendere le norme relative ai casi di rigore nella legge sugli stranieri e la loro integrazione (LStrI). In tal modo la protezione potrà essere concessa, oltre che ai coniugi di cittadini svizzeri e di persone che dispongono di un permesso di domicilio, anche ai coniugi di persone con un permesso di dimora oppure un permesso di soggiorno di breve durata e di persone ammesse provvisoriamente. Le nuove disposizioni si applicano, oltre alle unioni coniugali, anche alle unioni domestiche registrate e ai concubini. Inoltre la nozione di violenza domestica viene concretizzata mediante esempi di indizi e caratteristiche che la contraddistinguono.