Votazioni
Trivilini sull'identità elettronica: "Servirà massima trasparenza, e occhio alle truffe”.
Redazione
4 ore fa
Mentre il comitato referendario chiede di annullare il voto, si valutano vantaggi e rischi: l'apposita applicazione dovrebbe essere pronta nell'estate 2026

Dopo un voto risicatissimo, con il 50,39% di favorevoli gli svizzeri hanno votato a favore dell’identità elettronica. Ma cosa cambia adesso? Che ogni cittadino potrà avere ciò che è l’equivalente della carta d’identità, ma in digitale. Potrà è la parola chiave, perché si tratta di una scelta completamente facoltativa, ha rassicurato più volte il Governo federale. L’utilizzo della carta comunque sarà gratuito e avverrà tramite una app, chiamata Swiyu – che dovrebbe essere pronta per l’estate 2026. Gli utilizzi potranno essere numerosi: stipulare abbonamenti di telefonia, fare check-in negli hotel e in futuro forse si potrà anche votare, invece che recarsi alle urne. Tutto direttamente dal proprio smartphone. "Avere un’identità elettronica comune, gestita dalla Confederazione in collaborazione tra pubblico e privato e sicura apre tutta una serie di opportunità e dovrebbe facilitare i servizi erogati tramite la tecnologia, ma pone anche alcuni interrogativi che andremo, come cittadini, a verificare di giorno in giorno" ha commentato ai microfoni di Ticinonews l'esperto di sicurezza e tecnologie digitali Alessandro Trivillini. "Pensiamo ad esempio alle quattro materie della sicurezza: alla fiducia, alla trasparenza (dove vengono trattati i dati, da chi e come), alle responsabilità individuali e condivise e soprattutto alla manipolazione (siamo nell’epoca dell’IA, in cui gli inganni incrementano la loro qualità).

Parola chiave: trasparenza

Insomma i temi chiave sono questi: sicurezza e controllo, privacy, fiducia. È chiaro a tutti che la sicurezza al 100% non esiste, ma Trivillini trova positivo che "dalla primavera scorsa in Svizzera le infrastrutture critiche hanno l’obbligo di notificare gli attacchi informatici al Centro di cybersicurezza nazionale. Questo significa che chi gestisce i dati dei cittadini (come nel caso di quest’applicazione) deve dotarsi di strumentazione, programmi, competenze, persone attente a garantire questa sicurezza. Non solo nella Confederazione ma in tutto l’ecosistema digitale (aziende esterne, fornitori) che interagisce con questi dati. Per Trivillini, si dovrà quindi iniziare "un percorso di trasparenza, di informazione continua, per conquistare la fiducia e far vedere che i controlli che si applicano alle aziende che collaborano attorno a questa identità digitale sono allo stato dell’arte."

Occhio alle truffe

Mentre continuano le discussioni attorno al tema (ricordiamo il ricorso per annullare il voto), per Trivilini ci vorrà in ogni caso qualche anno per far sì che si possano godere appieno i benefici di questa novità. Ma attenzione alle truffe che fioccheranno sin da subito. "La prima cosa è di non andare a scaricarla cercando in Google “Svizzera, identità digitale” perché probabilmente la cybercriminalità ha saputo che in Svizzera (paese ricco e stabile) è stata approvata questa legge. Quindi è possibile che inizieranno ad arrivare nelle nostre caselle di posta elettronica e sul nostro telefono richieste che invitano a scaricare quello che sembra quest’applicazione. Prima di farlo bisogna assicurarsi di essere nei luoghi autorevoli e giusti per scaricare quella corretta e seguire le procedure guidate" ha concluso l'esperto. "Per questo è importante il tema della trasparenza e delle quattro materie prime della sicurezza. In questo modo si può ridurre il rischio, ricordando che oggi una telefonata può clonare una voce e un’e-mail viene scritta con l’intelligenza artificiale, e quindi con emozioni, contenuti e gusti costruiti profilando la persona a cui ci si rivolge".