Svizzera
Thomas Süssli traccia un bilancio "in chiaroscuro" dei suoi anni a capo dell'esercito
Immagine d'archivio
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Ats
4 ore fa
L'argoviese ha sottolineato che l'esercito ha guadagnato visibilità dal suo arrivo alla direzione, ma ha anche ammesso che non è stato fatto abbastanza per spiegare le necessità militari e l'urgenza di potenziare la difesa.

All'indomani dell'invasione dell'Ucraina nel 2022 da parte delle Russia, la Svizzera sembrava essersi risvegliata dal suo torpore, ma nel frattempo la Confederazione "si è riaddormentata". È quanto afferma il capo dell'Esercito dimissionario Thomas Süssli, secondo cui la capacità del Paese di reagire alle minacce "non è ancora sufficientemente rafforzata". Süssli ha tracciato oggi, davanti alla stampa, un suo personale bilancio dopo sei anni trascorsi alla guida delle Forze armate. L'argoviese ha sottolineato che l'esercito ha guadagnato visibilità dal suo arrivo alla direzione, ma ha anche ammesso che non è stato fatto abbastanza per spiegare le necessità militari e l'urgenza di potenziare la difesa. Ciò è particolarmente rilevante, ha aggiunto il 59enne, poiché la Russia continua a rappresentare una minaccia e tenta di dividere l'Occidente.

Forti tensioni

In carica dal gennaio 2020, Süssli ha affrontato un periodo caratterizzato da forti tensioni: poco dopo il suo insediamento, il Consiglio federale ordinò per la prima volta dal secondo dopoguerra la mobilitazione di 5'000 militari per fronteggiare l'emergenza dettata dal Covid-19. Una settimana dopo l'ultimo impiego pandemico delle truppe, l'Europa si è risvegliata con un conflitto alle proprie porte.

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