
In oltre un quarto dei controlli effettuati sulle condizioni salariali e lavorative in Svizzera sono emerse irregolarità. In totale sono state controllate quasi 140'000 persone e oltre 36'000 imprese, ha comunicato oggi la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Gli organi d'esecuzione l'anno scorso hanno leggermente ridotto le attività di controllo nell'ambito delle misure collaterali. Gli obiettivi minimi prefissati sono stati comunque raggiunti, ha sottolineato la SECO. Sono invece cresciuti i controlli nel contesto del lavoro nero. Come noto, le misure collaterali mirano a proteggere i lavoratori dal fenomeno del dumping salariale nel contesto della libera circolazione delle persone fra Svizzera e Unione europea. Un altro scopo è quello di garantire condizioni di concorrenza identiche fra imprese elvetiche ed estere.
Violazioni
Nel 2024 nei rami con contratti collettivi di lavoro (CCL) di obbligatorietà generale la quota di violazioni nel settore del personale distaccato è stata del 28%. Le commissioni tripartite cantonali (CT) hanno riscontrato nel 20% delle imprese salari inferiori a quelli usuali a scapito dei lavoratori distaccati nei rami senza salari minimi vincolanti. Sempre secondo le CT il dato riferito ai datori di lavoro svizzeri è del 10%. Sempre l'anno scorso sono state poi aperte 1695 procedure di conciliazione a fronte di offerte di salari e condizioni di lavoro inferiori a quelle usuali. Nell'88% dei casi tale procedura si è conclusa con successo. Nelle procedure con i datori di lavoro svizzeri, la percentuale è stata del 56%. Da oltre vent'anni - ha messo in evidenza la SECO - le misure collaterali costituiscono un buon dispositivo centrale per tutelare le condizioni salariali e lavorative in Svizzera.
Lavoro nero: record di controlli
La lotta al lavoro nero intanto non solo prosegue, ma viene intensificata. Sempre prendendo in esame il 2024, i controlli sulle aziende hanno raggiunti un valore record, con 82 ispettori che hanno effettuato 14'522 controlli aziendali (+6% rispetto al 2023). Le verifiche sulle persone (48'314) hanno superato dell'11% il livello del 2023. Ancora una volta, ha spiegato la SECO, le verifiche hanno preso di mira in particolare edilizia, settore alberghiero, ristorazione e commercio. Gli organi cantonali hanno trasmesso un totale di 14'246 casi sospetti alle autorità competenti. Al termine di questi accertamenti le autorità preposte hanno trasmesso agli organi di controllo cantonali 3'211 comunicazioni relative ai provvedimenti adottati e alle sanzioni inflitte.