
Il transito e il commercio di pellicce e prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali va vietato. È l'opinione del Consiglio federale, che raccomanda di respingere l'iniziativa popolare "Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali", proponendo un controprogetto indiretto. L'iniziativa vuole iscrivere nella costituzione il divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali e chiede che sia vietato l'import di pellicce ottenuti con metodi non ammessi in Svizzera.
"Non poggia su norme internazionale"
Secondo il governo, il testo risulta problematico dal punto di vista del diritto commerciale, poiché il divieto previsto non poggia su norme internazionali, si legge in un comunicato odierno. Inoltre, la Costituzione federale non costituisce il livello normativo appropriato per un tale divieto, che andrebbe piuttosto iscritto in una legge. Per andare il contro al principio della protezione degli animali, l'Esecutivo ha quindi deciso di proporre un controprogetto indiretto per l'introduzione nella legge federale sulla protezione degli animali il divieto sia dell'importazione sia del commercio di pellicce ottenute infliggendo sofferenze agli animali. La nozione di "sofferenze inflitte agli animali" impiegata nel controprogetto si basa sui principi guida dell'Organizzazione mondiale della sanità animale.
Nello specifico
In futuro, pelliccerie, negozi di abbigliamento e rivenditori online svizzeri dovranno, al momento dell'acquisto di prodotti di pellicceria, chiarire il metodo di produzione e fornire la prova che non siano state inflitte sofferenze agli animali. I prodotti importati e commercializzati illegalmente saranno ritirati dal mercato e le persone responsabili perseguite penalmente. "In questo modo la Svizzera lancia un segnale chiaro a favore della protezione degli animali", viene sottolineato nella nota. Per accelerare le tempistiche, il Consiglio federale ha già emanato oggi un divieto di importazione a livello di ordinanza che entrerà in vigore il primo luglio con un periodo transitorio di due anni.