Svizzera
Quiquerez: "Sulla guerra a Gaza il Röstigraben è evidente"
Redazione
16 ore fa
Florent Quiquerez, giornalista di “Tribune de Genève” e “24 heures”, spiega le differenze di visione tra la Svizzera francese e quella tedesca sul conflitto in Medio Oriente. “Nella regione romanda c'è il peso della Ginevra internazionale, mentre nella parte germanofona vi è un po' questa visione secondo cui Israele ha diritto a difendersi”.

Un malessere che esce dai corridoi del potere e prende forma nero su bianco. Stiamo parlando dell’ultima lettera, firmata da circa 250 persone, indirizzata a Ignazio Cassis. Ma, questa volta, non arriva né da partiti né da ONG. Sono i dipendenti del suo stesso Dipartimento – il DFAE – a chiedere al consigliere federale di “condannare fermamente le operazioni indiscriminate dell’esercito israeliano”. Una richiesta che dà forma al disagio crescente dentro lo stesso Dipartimento. La tensione è esplosa dopo le dichiarazioni rilasciate dal “ministro” ticinese alla RTS e alla RSI martedì scorso. Interrogato sulle decine di civili palestinesi uccisi durante la distribuzione di aiuti a Gaza, Cassis ha risposto: Tutte le violazioni devono essere condannate, da entrambe le parti. Condanno qualsiasi violazione del diritto internazionale, sia da parte di Hamas che di Israele. E sul caso specifico degli spari contro i civili ha aggiunto: È una guerra dell'informazione. Chi ha sparato dove, non lo sapremo mai. Non possiamo credere a nessuna delle due parti. Un equilibrio che, per molti, suona come una presa di distanza dalle responsabilità e che ha provocato reazioni indignate. “Io posso parlare per il Parlamento elvetico e ho notato due tipi di reazioni”, spiega a Ticinonews Florent Quiquerez, giornalista di “Tribune de Genève” e “24 heures”. "Nella Svizzera romanda le critiche sono molto forti, mentre in quella tedesca no. Vi è piuttosto una comprensione di quello che ha detto Cassis. Vedo proprio un ‘röstigraben’”.

A cosa sono dovute queste differenze?

“Nella Svizzera romanda c'è il peso della Ginevra internazionale, del diritto internazionale e umanitario. Nella regione, inoltre, la causa palestinese è sempre stata sostenuta. Nella parte germanofona del Paese la tematica della Shoah è molto forte e vi è un po' questa visione secondo cui Israele ha diritto a difendersi. Ecco, questo secondo me può aiutare a capire il 'röstigraben' sulla situazione a Gaza”.

Che ruolo gioca la neutralità?

"Questa iniziativa dell'UDC che vuole una neutralità dura pesa nei dibattiti. Nella Svizzera tedesca vige sempre questa paura che se sosteniamo Israele o Gaza uno più dell'altro, mettiamo la neutralità sotto pressione. Nella regione germanofona permane quindi questa riserva molto più forte”.

Ignazio Cassis si è esposto pubblicamente, ma il Consiglio federale nel suo insieme ha mantenuto una linea più sfumata. Come leggere questo fatto?

"Siamo di nuovo sul tema della neutralità; se la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter dice qualcosa, significa che vuol dare molta importanza a questa questione. Se Cassis si assume la responsabilità è perché è ‘ministro’ degli affari esteri, ma dobbiamo dire che tutti i comunicati stampa diramati dal Consiglio federale sono stati preparati dalla maggioranza del Governo. Per questo motivo, ho l'impressione che quanto afferma Cassis sia ciò che pensa l'Esecutivo”.

Il Governo ticinese, dal canto suo, è stato il primo a scrivere a Berna chiedendo una condanna nei confronti di Israele per la violazione del diritto umanitario. Questo che peso può avere?

“È un messaggio che ha il suo peso, come ce l'hanno quello delle Città, degli ambasciatori che hanno scritto anche a Cassis, e degli impiegati del Dipartimento degli affari esteri. Ma secondo me non è qualcosa che farà cambiare la visione della maggioranza in Svizzera”.

L'intervista a Florent Quiquerez:

 

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