
Sono passati 25 anni da quando, il primo agosto del 2000, circa 100 estremisti di destra disturbarono il discorso del consigliere federale Kaspar Villiger (PLR) sul Grütli. Altre proteste seguirono, portando a un inasprimento dei controlli. Fischi accolsero l'allora ministro delle finanze sullo storico praticello nel canton Uri, dove circa 100 neonazisti si mescolarono fra i 2000 partecipanti alla celebrazione. I fischi si fecero particolarmente intensi quando il "ministro" parlò di argomenti come "adesione all'Unione europea" o "Svizzera aperta al mondo", mentre vi furono ovazioni quando evocò il nazionalsocialismo. Durante l'inno nazionale si videro diversi saluti romani, come appurò un corrispondente di Keystone-ATS (allora solo ATS) sul posto. Un giorno più tardi la polizia cantonale urana affermò tuttavia di non aver visto saluti romani, ma solamente braccia alzate in segno di giuramento. Non vi furono ad ogni modo interventi delle forze dell'ordine. Non è infatti vietato andare sul Grütli coi capelli rasati, dichiarò l'allora portavoce della polizia. È poi anche permesso esprimere il proprio dissenso durante un discorso, aggiunse.
Le reazioni
Meno di due settimane dopo, solo il 18% dei 1002 partecipanti a un sondaggio del SonntagsBlick valutò sufficiente il modo di agire della polizia. Il 68% avrebbe auspicato interventi più decisi. La consigliera federale Ruth Metzler (PPD) annunciò una revisione delle norme antirazzismo e, nella Sessione autunnale, il Parlamento affrontò l'argomento dell'estremismo di destra. Villiger stesso non si lasciò impressionare dalla protesta. Dopo i festeggiamenti affermò di valutare positivamente il fatto che, salvo un paio di interruzioni rumorose, le celebrazioni non fossero state disturbate. A livello mediatico, tuttavia, la protesta degli estremisti ebbe molta più risonanza rispetto all'evento dedicato alla Festa nazionale. Nelle memorie è invece rimasta meno impressa l'azione del gruppo di sinistra F.A.R.C.E. (Fraction Armée Révolutionnaire Clandestine Etc.). Nella notte i militanti rubarono la bandiera svizzera sul Grütli, sostituendola con quella europea. A causa di una fune tagliata e altre astuzie, gli organizzatori riuscirono a correggere la situazione a fatica e solo poco prima dell'inizio della celebrazione.
Controlli inaspriti
Negli anni successivi si registrarono ulteriori manifestazioni dell'estrema destra, con presenze in aumento. L'apice si raggiunse nel 2005, quando 700 neonazisti si presentarono sul Grütli per disturbare il discorso del consigliere federale Samuel Schmid (UDC, poi PBD). In seguito la polizia instaurò controlli di sicurezza e da allora l'accesso è possibile solo con un regolare biglietto. Con i controlli le proteste si sono praticamente azzerate, con l'eccezione del 2007, quando un dispositivo esplosivo nascosto nel terreno detonò. La deflagrazione avvenne però a festeggiamenti terminati e nessuno rimase ferito. Con le nuove regole, gli estremisti di destra hanno deciso di organizzare le proprie celebrazioni per la Festa nazionale. Il 5 agosto 2012 si tenne un "rinnovamento" del giuramento del Grütli, organizzato dal PNOS (Partito dei Nazionalisti Svizzeri), formazione nel frattempo sciolta. Negli ultimi anni i festeggiamenti sul praticello si sono svolti nella calma.