
“Rinunciare all’introduzione di un’eventuale tassa sullo smaltimento dei rifiuti per finanziare i costi aggiuntivi del nuovo impianto di separazione della CO₂”. È la richiesta formulata dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) in una mozione inoltrata al Consiglio federale. Il deputato ticinese cita anticipazioni della NZZ, secondo cui in Svizzera un sacco dell’immondizia da 35 litri potrebbe presto costare sensibilmente di più. “Si ipotizza infatti un aumento del prezzo: inizialmente di 5 centesimi, seguito da un ulteriore rincaro di 2 franchi”, si legge nell’atto parlamentare.
Il precedente
Un accordo in questa direzione – ricorda Quadri – è già stato sottoscritto nel 2022 dall’allora direttrice del DATEC, Simonetta Sommaruga, e dall’Associazione svizzera dei dirigenti e gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti (ASIR). L’intesa “obbliga le aziende a mettere in funzione, entro il 2030, almeno un impianto di separazione della CO₂ con una capacità minima di 100'000 tonnellate annue”. Questo impianto è attualmente in costruzione a Niederurnen (GL) e, entro cinque anni, dovrebbe essere in grado di catturare emissioni di carbonio. Il carbonio catturato nell’impianto glaronese deve infatti poi essere trasportato per migliaia di chilometri, in modo da essere stoccato sotto il Mare del Nord. “Un procedimento che, oltre a essere di per sé inquinante, comporta un onere di circa 40 milioni di franchi all’anno”.
"Ennesimo inaccettabile rincaro"
Per questo motivo, i gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti chiedono l’introduzione di una tassa nazionale sul clima, che andrebbe ad aggiungersi a quella sul sacco già esistente, “la quale è destinata esclusivamente a coprire i costi di smaltimento e non quelli legati alla cattura della CO₂”. Secondo le stime fornite alla NZZ dal direttore generale dell’ASIR, “per rendere davvero climaticamente neutrale la filiera, questa nuova tassa potrebbe raggiungere circa i 2 franchi per un sacco da 35 litri”. Per Quadri, “si tratterebbe dell’ennesimo, inaccettabile rincaro a carico dei cittadini. Da qui la richiesta di rinunciare all’introduzione di qualsiasi ulteriore balzello climatico”.
