Berna
Primo "sì" al divieto di importare pellicce provenineti da animali maltrattati
© Shutterstock
© Shutterstock
Ats
7 ore fa
Il Consiglio nazionale ha approvato il controprogetto indiretto del Governo all'iniziativa popolare "Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali".

L'importazione di pellicce provenienti da animali maltrattati dovrebbe essere vietata in Svizzera. Con 183 voti contro 9, il Nazionale ha approvato oggi il controprogetto indiretto del Consiglio federale all'iniziativa popolare "Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze per gli animali". Secondo l'esecutivo, il testo dell'iniziativa presentata dall'associazione "Alliance Animale Suisse" risulta problematico dal punto di vista del diritto commerciale, poiché il divieto previsto non poggia su norme internazionali. Inoltre, la Costituzione federale non costituisce il livello normativo appropriato per un tale divieto, che andrebbe piuttosto iscritto in una legge. La nozione di "sofferenze inflitte agli animali" impiegata nel controprogetto si basa sui principi guida dell'Organizzazione mondiale della sanità animale (OMSA), ha spiegato il relatore commissionale Sylvain Freymond (UDC/VD). Per tutti questi motivi il Governo propone di respingere l'iniziativa, preferendole il controprogetto.

"Perché chiudiamo gli occhi alla frontiera"

"Oggi non tolleriamo il maltrattamento degli animali per la produzione di pellicce in Svizzera, ma nei fatti chiudiamo gli occhi alla frontiera. Esternalizziamo la crudeltà", ha affermato Léonore Porchet (Verdi/VD). Dal canto suo, Lorenzo Quadri (Lega/TI) ha sostenuto di aver "sempre sostenuto che le pellicce stanno bene sui legittimi proprietari, e i legittimi proprietari non sono gli umani. Oggi per proteggerci dal freddo abbiamo tante alternative". Il parlamentare leghista ha aggiunto che, per una questione di coerenza, oltre alle pellicce "dobbiamo allo stesso modo assicurarci che non venga importata e messa in commercio in Svizzera carne halal (...), ovvero ottenuta tramite macellazione senza stordimento".

No ai certificati internazionali

Oggi la Camera del popolo non ha però seguito in toto le proposte della sua commissione preparatoria. Il consigliere nazionale Kilian Baumann (Verdi/BE) è riuscito a convincere il plenum a richiedere certificati d'importazione all'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). La maggioranza commissionale si era pronunciata a favore di certificati internazionali. "Ciò equivarrebbe ad autorizzare prodotti descritti come come conformi dal settore stesso", ha ricordato Baumann. "Questo certificato legittima e autorizza la crudeltà verso gli animali, in particolare il loro allevamento in minuscole gabbie con fondo in ferro o trappole sottomarine. Non viene fatto nulla per il bene degli animali", ha ricordato Anna Rosenwasser (PS/ZH).

Certificato svizzero

Il certificato deve quindi essere rilasciato dall'USAV. Ciò garantisce la credibilità del sistema, ha indicato Sophie Michaud-Gigon (Verdi/VD). Su questo punto, gli ecologisti sono stati raggiunti dal PS, dal Centro, dal PVL, nonché da una minoranza dell'UDC e dal PLR. "Perché le aziende straniere dovrebbero sottostare a un programma di certificazione svizzero quando esiste un sistema internazionale?", ha chiesto invano Regine Sauter (PLR/ZH). La Confederazione effettuerà controlli in Svizzera e alla frontiera per verificare che tale prova possa essere fornita. Le pellicce e i prodotti di pellicceria importati e commercializzati illegalmente saranno ritirati dalla circolazione e i responsabili saranno perseguiti penalmente. Per il resto, il plenum si è allineato alle proposte del Consiglio federale.

No alle sofferenze per gli animali

Se anche il Consiglio degli Stati (oggi la Camera del popolo è la prima ad occuparsi del dossier, ndr.) si pronuncerà in tal senso, in futuro pelliccerie, negozi di abbigliamento e rivenditori online svizzeri dovranno, al momento dell'acquisto di prodotti di pellicceria, chiarire il metodo di produzione e fornire la prova che non siano state inflitte sofferenze agli animali. I prodotti importati e commercializzati illegalmente saranno ritirati dal mercato e le persone responsabili perseguite penalmente. In questo modo la Svizzera lancia un segnale chiaro a favore della protezione degli animali, ha sostenuto Freymond. Per accelerare le tempistiche, il Consiglio federale ha già emanato un divieto di importazione a livello di ordinanza che è entrato in vigore il primo luglio con un periodo transitorio di due anni, ha ricordato la ministra Elisabeth Baume-Schneider.

I tag di questo articolo