Salari
Postcom aumenta salario minimo a 19 franchi l'ora
©Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
un anno fa
Il salario minimo è attualmente di 18,27 franchi ed è in vigore dall'inizio del 2019.

Il salario orario lordo minimo nel settore postale salirà a 19 franchi a partire dal prossimo luglio. La Commissione federale delle poste (PostCom) ha adattato la relativa ordinanza. Tutti i fornitori di servizi postali sono tenuti a rispettare gli standard minimi della PostCom indipendentemente dal modello di affari prescelto. Questi requisiti si applicano anche ai lavoratori interinali e ai subappaltatori che realizzano più delle metà della loro cifra d'affari con servizi postali. Il salario minimo è attualmente di 18,27 franchi ed è in vigore dall'inizio del 2019. La modifica dell'ordinanza sugli standard minimi delle condizioni di lavoro nel settore dei servizi postali (OSMLP) che aumenta la retribuzione minima oraria a 19 franchi sarà affettiva dal 1° luglio. "In questo modo i fornitori di servizi postali hanno il tempo sufficiente per apportare le modifiche ai loro contratti", spiga un comunicato odierno di Postcom.

"Nessun obbiettivo sociale"

"Il nuovo salario minimo è stato fissato sulla base dei salari effettivamente osservati e tenendo conto di altri obiettivi legali, come quello di garantire un'offerta il più possibile diversificata e sostenibile nel mercato postale", precisa la nota. Il Consiglio federale ha delegato alla PostCom la definizione di standard minimi delle condizioni di lavoro nel settore dei servizi postali. Questi requisiti "hanno lo scopo di proteggere i dipendenti non tutelati da un contratto collettivo di lavoro dal dumping salariale, consentendo al contempo l'ingresso nel mercato di nuovi fornitori di servizi postali", si legge nel comunicato. Diversamente dai salari minimi cantonali però gli standard di Postcom non perseguono obiettivi di politica sociale. Stando al "Rapporto sugli standard minimi abituali sul mercato postale 2021/2022", i salari più bassi sono aumentati negli ultimi quattro anni. Le retribuzioni delle aziende registrate presso PostCom erano spesso fissate molto al di sopra del salario minimo precedente, di solito in base a contratti collettivi. Lo studio mostra anche che le retribuzioni variano notevolmente a seconda dell'attività e dell'azienda.

Respinte le richieste delle parti sociali

PostCom ha coinvolto le parti sociali nelle discussioni sul nuovo salario minimo. I rappresentanti dei lavoratori avevano chiesto, tra le altre cose, una segmentazione del salario minimo in base alle aree di mercato o alle funzioni. Come già in occasione delle discussioni per la fissazione del precedente salario minimo, PostCom ha respinto la richiesta poiché "una delimitazione delle aree di attività delle varie società creerebbe categorie di servizi postali che non sono previste dalla legge postale e dalle ordinanze di attuazione". Inoltre, per gli operatori con un'ampia gamma di offerte sul mercato postale, ciò comporterebbe un notevole aumento degli oneri amministrativi, soprattutto per quanto riguarda la dimostrazione del rispetto dei diversi salari minimi.

Critiche di Unia a DPD

All'inizio del 2021 il sindacato Unia aveva denunciato condizioni di lavoro pessime del personale impiegato nella consegna dei pacchi di DPD: orari eccessivamente lunghi, ore di lavoro non retribuite, stress estremo, sorveglianza. I dipendenti hanno riferito di giornate lavorative di 12-14 ore e di ore straordinarie prestate non retribuite. Sono state segnalati anche deduzioni salariali illecite, infrazioni delle norme in materia di lavoro notturno, mancato versamento delle indennità per i pasti, sorveglianza in tempo reale abusiva, carichi di lavoro nocivi per la salute, mancanza di servizi igienici, veicoli in condizioni inadeguate. I lavoratori del settore della distribuzione pacchi non vengono assunti direttamente da DPD, ma da un'ottantina di subappaltatori. In questo modo, secondo Unia, l'azienda scarica sistematicamente i rischi e le spese sui subappaltatori e sul personale, mantenendo tuttavia l'intero controllo su tutte le operazioni. Il sindacato aveva chiamato in causa PostCom in qualità di autorità di vigilanza per il mercato postale e chiesto l'intervento anche degli ispettorati cantonali del lavoro.

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