Consiglio degli Stati
Pedopornografia, "obbligo di segnalazione per i servizi di hosting"
Ats
2 ore fa
I "senatori" hanno approvato oggi una mozione in tal senso. L'atto parlamentare ritorna alla Camera del popolo.

I fornitori di hosting e cloud, ma anche le piattaforme di comunicazione e condivisione di contenuti (e quindi tutti gli intermediari e i fornitori di servizi tecnici interessati), dovrebbero segnalare alle autorità i casi sospetti di contenuti pedopornografici. È quanto auspica una mozione della consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR) approvata oggi tacitamente, in forma modificata, dal Consiglio degli Stati. L'atto parlamentare, già approvato dal Nazionale, ritorna alla Camera del popolo dal momento che gli Stati hanno voluto aggiungere anche le piattaforme di comunicazione e condivisione di contenuti con sede in Svizzera o che offrono i loro servizi sul nostro territorio, ha spiegato in aula a nome della commissione Charles Juilliard (Centro/JU).

"Un problema in espansione"

Secondo il "senatore" giurassiano, assecondato anche dal "ministro" di giustizia e polizia Beat Jans, il problema della pornografia infantile è acuto e in continua espansione. Come già ricordato da Bulliard-Marbach durante il dibattito al Nazionale, ha sottolineato Juilliard, la Svizzera è in ritardo nel contrasto a questo fenomeno rispetto ai suoi vicini, e ciò è ancora più preoccupante giacché, già nel 2023, la Internet Watch Foundation rendeva noto che la Svizzera occupava il quarto posto a livello mondiale, dietro i Paesi Bassi, gli Stati Uniti e Hong Kong, per quanto riguarda l’hosting di pornografia infantile. Nell’UE, invece, i servizi di hosting sono obbligati a bloccare o rimuovere i contenuti illegali non appena ne vengono a conoscenza e a segnalare gli indizi di reato alle autorità di perseguimento penale.

"La Svizzera deve stare al passo"

È vero, ha spiegato Juillard, che in Svizzera il settore ha definito, in un codice di condotta hosting per i fornitori elvetici di tali servizi, principi comportamentali adeguati alle nuove tecnologie per gestire contenuti inammissibili. Tuttavia, ha aggiunto il giurassiano, la Svizzera deve stare al passo con i provvedimenti legislativi nel contesto europeo, affinché nel nostro Paese i bambini e gli adolescenti siano protetti in maniera altrettanto efficace dalla violenza sessualizzata digitale e affinché gli autori siano sistematicamente chiamati a rispondere delle loro azioni.