
Ritocchi di stipendio in vista per i dipendenti di Migros: a partire dall'anno prossimo le retribuzioni saliranno fra il 2,0 e il 2,8%, tenendo però anche conto che una parte della somma potrà essere costituita da una gratifica una tantum, sotto forma di buoni da spendere presso lo stesso grande distributore. A seconda dell'unità aziendale saranno inoltre offerte ai collaboratori ulteriori prestazioni supplementari, come ad esempio contribuiti per la telefonia mobile ad uso privato, uno sgravio sui premi dell'indennità giornaliera per malattia o una giornata libera nel giorno del compleanno, spiegano i vertici della cooperativa in un comunicato odierno.
Aumentano i salari minimi
I salari minimi e di riferimento saranno aumentati di 100 franchi entro il 2024. La busta paga più bassa per funzioni senza apprendistato preliminare sarà di 4200 franchi; per chi ha seguito un tirocinio di due, tre o quattro anni la retribuzione di partenza sarà rispettivamente di 4300, 4400 e 4600 franchi. In questo modo Migros vuole sostenere il personale maggiormente colpito dall'inflazione, sottolinea il colosso del commercio al dettaglio nella nota.
Il nuovo CCNL
Dal primo gennaio entra anche in vigore un nuovo CCNL. Secondo Migros la conciliabilità tra lavoro e vita privata viene ulteriormente incentivata con diversi modelli di impiego e di ferie. Per la prima volta la cooperativa consente anche un congedo parentale più flessibile. Le famiglie con un reddito basso ricevono anche assegni supplementari per i figli. A partire dal 2023 i collaboratori ottengono pure un contribuito annuo minimo di 800 franchi per offerte nei settori Scuola Club, fitness e tempo libero.
Le trattative
"La situazione di partenza di quest'anno per i negoziati salariali è stata particolarmente impegnativa", afferma Sarah Kreienbühl, membro della direzione generale della Federazione delle cooperative Migros (FCB), citata nella nota. Il risultato delle trattative è valido per i collaboratori assoggettati al Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL). Le imprese Migros definiscono poi i rispettivi aumenti salariali in modo individuale all’interno di una fascia nazionale concordata con i partner sociali interni ed esterni. La soluzione specifica adottata da ciascuna azienda viene deliberata insieme alla commissione locale del personale. L’accordo conclusivo è stato sottoscritto sia dalla Commissione nazionale del Gruppo Migros (LAKO) in qualità di partner sociale interno, sia dall’Associazione del personale della macelleria quale partner sociale esterno. L’accordo è stato pure accolto con favore dalla Società svizzera degli impiegati del commercio.
Critiche da Unia
I ritocchi salariali decisi da Migros per l’anno prossimo sono giudicati “insufficienti” dal sindacato Unia, che ritiene inaccettabile che il personale perda ulteriormente potere d'acquisto. Il sindacato punta anche il dito contro la pratica di concedere i buoni-acquisto al posto degli aumenti e contro le crescenti disuguaglianze tra le cooperative regionali, che interessano per esempio il Ticino. "Se già quest'anno il personale perde molto potere d'acquisto, il prossimo anno non andrà meglio: non ci saranno né aumenti salariali generalizzati né compensazione del rincaro", afferma l'organizzazione in un comunicato odierno. "Eppure è proprio grazie al lavoro e agli sforzi dei dipendenti e alla loro grande flessibilità che lo scorso anno il gruppo Migros ha realizzato un utile di 668 milioni di franchi. Solo il ritocco dei salari minimi è da accogliere con favore".
Le disuguaglianze tra le regioni
Sempre secondo il sindacato il meccanismo degli aumenti salariali effettivi e minimi per cooperativa o comparto aziendale inasprisce le disuguaglianze di reddito tra le regioni. Ad esempio, il personale delle cooperative Migros in Ticino, Basilea e Vallese riceverà un salario minimo di 4100 franchi nel 2023, rispetto ai 4200 franchi delle altre cooperative. Queste disuguaglianze continueranno nel 2024. Allo stesso modo, di anno in anno, gli aumenti salariali effettivi differiscono da una regione o da un comparto aziendale all'altro. "È incomprensibile che vi siano differenze così marcate in termini di salari reali e stipendi minimi tra i dipendenti di uno stesso gruppo che vende gli stessi prodotti allo stesso prezzo in tutta la Svizzera", sostiene Unia.