
Medici positivi ma asintomatici comunque impiegati nelle corsie degli ospedali? È, come già riferito, uno degli scenari al vaglio dell’Eoc, basandosi anche sull’esperienza maturata a Zurigo, Losanna e Ginevra. Proprio nella città di Calvino, uno dei dottori che ha continuato a lavorare pur essendo positivo al Covid-19 è l’infettivologo Alessandro Diana. “Il 20 dicembre mi sono infettato una seconda volta”, conferma a Ticinonews. “Ho avuto mal di testa e mal di gola per 48 ore, ma era previsto che lavorassi alle urgenze il 27 e 28 dicembre. Il medico cantonale ha così deciso per una deroga per gli addetti ai quali non si poteva rinunciare”.
Questa pratica, ricorda Diana, era stata adottata anche durante la prima ondata, “con comunque l’obbligo di isolamento dalla vita sociale”. Una strada quindi percorribile in caso di penuria di personale medico legata all’aumento dei contagi.
Misure in base alla pressione sugli ospedali
Intervistato in diretta a Ticinonews, l’infettivologo ginevrino si è pure espresso sulla strategia federale in tema di misure restrittive. Alain Berset, a tal proposito, ha dichiarato che per nuove restrizioni sarà “determinante” “il numero di persone infettate con Omicron che finisce in cure intense”. L’approccio legato alla pressione sul sistema sanitario è simile a quanto sostenuto da Alessandro Diana. “Siamo davanti a un bivio”, spiega. La strada da prendere, secondo Diana, apparirà nelle prossime due settimane: “Oggi (ieri, ndr) abbiamo contato in Svizzera 30mila nuovi casi. Sappiamo al contempo che a Omicron è correlato un rischio di ospedalizzazione minore, ma ciò non vuole dire che questo sia nullo”. Resta quindi da appurare se l’alto numero di contagi si tradurrà o meno in un alto numero di ospedalizzazioni, ma “questo si vedrà nelle prossime due settimane, nelle quali si avranno dei dati più solidi che permetteranno di prendere delle decisioni appropriate”. Provvedimenti che, suggerisce Diana, potrebbero anche essere degli allentamenti, opportuni se “il collasso del sistema sanitario non si verificasse”.
Tamponi rapidi meno efficaci? “Da confermare”
L’infettivologo invita inoltre a essere prudenti nell’affermare che i tamponi antigenici siano meno efficaci nello scoprire positivi alla variante Omicron. Secondo quanto affermato ieri da Guido Rasi, consulente del commissario italiano Figliuolo, infatti, quasi un tampone di questo tipo su due sarebbe un falso negativo, il che li renderebbe piuttosto inutili. “Noi però al momento sappiamo che il test antigenico ha una sensibilità dell’80-85%. I dati italiani devono quindi essere ancora confermati”.
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