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Le vacanze? Uno svizzero su due preferisce passarle in patria
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Keystone-ats
un anno fa
È uno dei risultati emersi dal settimo barometro dei viaggi del TCS. Ad essere attratti dai viaggi all'estero sono soprattutto i più giovani.

La pandemia da coronavirus sembra ormai lontana e tutti i Paesi hanno già da tempo riaperto i propri confini ai viaggiatori. Di conseguenza, gli svizzeri si sentono sicuri anche durante gli spostamenti. Ma i viaggi all'estero non hanno ancora raggiunto i livelli del 2019: la metà della popolazione non prevede di lasciare la Svizzera per le vacanze. Ad essere attratti dai viaggi all'estero sono soprattutto i più giovani. Anche i soci del TCS mostrano un maggior interesse per i le mete al di fuori della Svizzera. È uno dei risultati emersi dal settimo barometro dei viaggi del TCS, nell'ambito del quale, tra la metà di febbraio e la metà di marzo di quest'anno, sono stati intervistati telefonicamente 1'010 abitanti della Svizzera.

Gli scioperi non hanno un forte impatto

Ovviamente la sicurezza personale continua a rappresentate un fattore importante nella scelta della meta di viaggio. Al primo posto c'è la garanzia della sicurezza e dei servizi di base sul posto. L'89% degli intervistati lo considera un elemento molto/piuttosto importante. Per la maggioranza dei viaggiatori, anche eventuali rischi legati al terrorismo e il tema della criminalità risultano fattori decisivi. Il pericolo di scioperi, nonostante la loro frequenza in alcuni Paesi confinanti, sembra invece avere un peso minore. Chi organizza un viaggio, dopo la grande insicurezza degli scorsi anni, apprezza vie di comunicazione brevi e ben funzionanti verso la Svizzera, come quelle note ai titolari del Libretto ETI. La loro importanza nella presa di decisioni è aumentata, mentre con l'affievolirsi della pandemia la possibilità di prenotare e disdire a breve termine e di stipulare un'assicurazione di viaggio che copra i costi di annullamento è passata un po' in secondo piano.

Le preoccupazioni ambientali diminuiscono

Durante la pandemia l'auto è stata il mezzo di trasporto per eccellenza e la flessibilità offerta da una vettura propria continua a essere molto apprezzata. Il 67% delle persone intervistate, ad esempio, dichiara di preferire viaggiare in auto. Il 56% predilige i viaggi aerei, mentre il treno, con il 53% delle preferenze, si colloca solo al terzo posto. Questa tendenza si accompagna al fatto che, dal 2020, le persone intervistate sono men che mai propense a credere che i viaggi debbano essere rispettosi del clima. L'aumento dei costi energetici dello scorso anno e un'inflazione che ha toccato il 3,5% in Svizzera - e che si è talvolta spinta ben oltre il 10% in alcuni Paesi di villeggiatura dell'Eurozona - hanno fatto sì che anche in Svizzera, considerata ricca, un terzo degli intervistati abbia dovuto adeguare i propri programmi di viaggio alla situazione economica attuale. Ciò significa che gli svizzeri non hanno viaggiato, hanno viaggiato per un periodo più breve o hanno dovuto cercare destinazioni più economiche del previsto.

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