Svizzera
La Svizzera punta sulla “diffusione”?
© CdT/ Chiara Zocchetti
© CdT/ Chiara Zocchetti
Daniele Coroneo
2 anni fa
L’alta contagiosità di Omicron, secondo alcuni, non lascia alternative: presto ci contageremo quasi tutti. Questo potrebbe però pure essere un cambio di passo nell’approccio di gestione della pandemia, anche in Svizzera

Nei Paesi di lingua tedesca c’è un nuovo termine sulla bocca di medici e politici: “Durchseuchung”, che in italiano potremmo tradurre come “diffusione”. La parola fa riferimento in particolare alla rapida ed estesa “diffusione” della variante Omicron, ma anche a un nuovo approccio nella gestione della pandemia. Il luogo dove questo termine è diventato per la prima volta in voga è, ancora una volta, l’Austria, Paese che negli ultimi mesi ha fatto prova di originalità nella politica sanitaria.

In ogni caso
Katharina Reich, responsabile della “Gecko”, l’unità di crisi in materia di Covid dello Stato alpino, ha infatti affermato pochi giorni fa che in Austria si assisterà a una “Durchseuchung” del virus, ovvero a una “diffusione su larga scala” di Omicron nella popolazione. Non si tratta, ha spiegato, di un’evoluzione voluta, ma di uno scenario che, data l’enorme contagiosità della variante, “si verificherà comunque”. Questo nonostante il nuovo pacchetto di misure varato dal Governo di Vienna, che prevede in special modo un uso più esteso delle mascherine Ffp2. Persino un confinamento, secondo Reich, contribuirebbe solo a posticipare il problema. Per il direttore di Oms-Europa Hans Kluge, al ritmo attuale dei contagi, da qui a due mesi oltre il 50% degli europei sarà contagiato dalla variante Omicron del Covid.

Più protetti
Ciononostante, le autorità sanitarie e politiche austriache non sembrano disperate: a giocare a favore ci sono infatti la presunta minore gravità di Omicron e la protezione acquisita, specialmente nei confronti dei casi gravi, con infezioni passate e con i vaccini.

La politica svizzera inizia a prendere posizione
Anche nel mondo scientifico svizzero non sono mancate le voci di chi considera che questa situazione, che porterebbe al contagio di estese fasce della popolazione, potrebbe contribuire a portare la pandemia alla sua fine, relegandola alla situazione di “endemia”. Di fronte all’apparentemente ingestibile numero di contagi, ma anche alla situazione favorevole rappresentata da vaccini e minore serietà della variante, come in Austria, anche nella Confederazione alcune voci degne di nota della politica si sono levate per chiedere un cambio di paradigma nella gestione della pandemia. Fra queste, possiamo citare i responsabili della sanità dei Cantoni di Berna, Lucerna e Zugo, ma anche il consigliere federale Maurer. A finire nel loro mirino ci sono soprattutto quarantene e isolamenti, che stanno mettendo in difficoltà economia e servizi essenziali.

“Diffusione silenziosa”
Pierre Alain Schnegg (BE, Udc) sostiene per esempio l’abolizione delle quarantene dei contatti dei positivi e la riduzione dell’isolamento dei positivi a soli cinque giorni. “Abbiamo raggiunto una nuova fase. Se il sistema di quarantene e isolamenti non viene adattato, genereremo un problema potenzialmente ancora più grande della malattia stessa”, ha dichiarato in un’intervista alle testate Der Bund e Berner Zeitung. Guido Graf (LU, Ppd), che di fronte alla saturazione dei suoi ospedali aveva già chiesto a Berna misure più restrittive, si interroga nel suo blog sull’utilità stessa della quarantena. Quel che però è più interessante è che il Direttore della sanità lucernese si chiede se l’obiettivo attuale della politica federale non sia proprio permettere la “Durchseuchung” del virus nella popolazione: “Se questo è il piano effettivo, dovrebbe essere comunicato in maniera trasparente”. Graf definisce l’assenza di comunicazione di questa strategia “stille Durchseuchung” (“diffusione silenziosa”). Ciononostante, non esclude che questo cambio di approccio possa essere “giustificabile, perché in questo modo si acquisisce rapidamente l’immunità di gregge e il virus potrebbe alla fine diventare endemico”.

“Durchseuchung” strategia reale?
In effetti, la stampa d’Oltralpe e numerosi internauti si chiedono, anche di fronte alla relativa assenza del Consiglio federale nelle ultime settimane, se la “Durchseuchung” non sia davvero la strategia su cui la Confederazione stia puntando, sebbene non ancora ufficialmente.

#DurchseuchungOhneUns
La modifica di approccio sta però suscitando un vespaio, soprattutto in Svizzera tedesca. Oggi, secondo quanto riferisce il sito specializzato trends24.in, il tema (hashtag) più dibattuto in Svizzera su Twitter è #DurchseuchungOhneUns (“diffusione senza di noi”), rilanciato quasi 5000 volte da coloro che denunciano l’immobilismo di Confederazione e Cantoni in tema di nuove restrizioni, manifestando la propria contrarietà al metodo della “diffusione”. A suscitare la loro preoccupazione sono in particolare due aspetti: la diffusione del virus nelle scuole fra i bambini e il rischio di un Long Covid, per il quale non è ancora chiaro se Omicron sia effettivamente meno pericoloso.

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