Svizzera
Imbrattò banca, niente assoluzione per attivista
Keystone-ats
3 anni fa
Il TF ha accolto i ricorsi del Credit Suisse e della Procura di Ginevra, ritenendo che il giovane non possa invocare lo “stato di necessità putativo”

Il Tribunale federale (TF) ha annullato l’assoluzione di un attivista per il clima che aveva imbrattato un edificio del Credit Suisse con vernice rossa a Ginevra nell’ottobre 2018. Ritiene che il giovane non può invocare lo “stato di necessità putativo”.

Non c’è un lecito stato di necessità
Come nel caso degli attivisti per il clima che avevano giocato a tennis nell’atrio di una filiale del Credit Suisse a Losanna nel novembre 2018, il Tribunale federale conclude che non ci sono le condizioni di un lecito stato di necessità. In una sentenza pubblicata oggi, la Corte precisa che nel caso di questo stato di necessità, deve esistere un pericolo imminente per un interesse giuridico individuale. Il pericolo deve concretizzarsi nelle ore successive e non deve poter essere evitato in nessun altro modo.

L’emergenza climatica non è un pericolo imminente
Secondo i giudici, il riscaldamento climatico e i disastri che provoca non rappresentano un tale pericolo imminente. Le conseguenze possono in effetti colpire tutti indistintamente, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, senza che sia possibile identificare un bene giuridico particolarmente minacciato. Il fatto poi di imbrattare una facciata di edificio non previene direttamente il riscaldamento climatico e le sue conseguenze. Le cause del riscaldamento sono molteplici e non sono limitate agli investimenti del Credit Suisse nelle energie fossili.

L’ordine pubblico protegge solo le riunioni pacifiche
Secondo il TF, l’attivista di Breakfree Suisse non può invocare la libertà di espressione o la libertà di riunione. L’ordine pubblico protegge solo le riunioni pacifiche. Le autorità non devono considerare solo gli interessi dei manifestanti, ma anche salvaguardare le libertà dei terzi non manifestanti.

Il giovane era stato assolto in appello
Nella sua sentenza, il Tribunale federale ha accolto i ricorsi della Procura di Ginevra e del Credit Suisse. Il caso è rinviato al tribunale cantonale. In prima istanza, il tribunale di polizia aveva condannato l’attivista a una pena pecuniaria di 10 aliquote giornaliere da 30 franchi sospese per danni alla proprietà. In appello, il giovane era stato assolto dalla Camera penale di appello.

(Sentenze 6B_1298/2020 e 6B_1310/2020 del 28.9.2021)

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