Svizzera
Il Nazionale dice no al miliardo supplementare per le munizioni
© VBS/DDPS
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Keystone-ats
2 giorni fa
La Camera bassa ha approvato il messaggio sull'esercito 2025, ma le forze armate si dovranno accontentare di "soli" 1,5 miliardi dopo la bocciatura del credito per l'acquisto di munizioni.

Le forze armate non riceveranno un miliardo supplementare per l'acquisto di munizioni: nel discutere il Messaggio sull'esercito 2025 il Consiglio nazionale ha bocciato - con 97 voti contro 77 e 19 astenuti - questa aggiunta, proposta dalla sua Commissione della politica di sicurezza. L'esercito dovrà così accontentarsi per il programma d'armamento - adottato con 130 voti contro 54 e 8 astenuti - di "soli" 1,5 miliardi. Come spesso accade quando si parla di esercito, il dibattito è stato ideologico. Anche in questo caso, le opinioni erano assai divergenti, tra chi vede nella preparazione militare una necessità urgente e chi la considera un'esagerazione fuori contesto.

Sicurezza in Europa deteriorata

A nome della commissione, Jacqueline de Quattro (PLR/VD) ha ad esempio sottolineato come "la situazione della sicurezza in Europa si sia nettamente deteriorata dall'attacco della Russia contro l'Ucraina nella primavera del 2022". A suo avviso, "anche se la probabilità di un attacco armato resta bassa, rimane attuale, e il nostro esercito deve essere pronto a tutte le strategie, anche alle peggiori".

"Nessuno invaderà la Svizzera"

Sul fronte opposto, Pierre-Alain Fridez (PS/JU) ha chiesto di rinviare il dossier al Consiglio federale. L'investimento nell'artiglieria previsto dal programma d'armamento si riferisce, a suo avviso, a un "rischio estremo, ipotetico, totalmente improbabile", e che viene fatto "senza riflessione, senza tener conto della geografia e della storia". "I carri armati russi non invaderanno la Svizzera. Putin ha obiettivi chiari: impedire l'ingresso dell'Ucraina nella NATO e garantirsi un accesso ai mari caldi con la Crimea. Nessuno, a Mosca, sogna di invadere la Svizzera o l'Europa". Fridez ha proposto di concentrare gli investimenti su minacce reali, come "armamenti adeguati quali la cyberdifesa e la difesa terra-aria, il rafforzamento delle forze di polizia e dei mezzi dei servizi di intelligence, che sono in prima linea contro le minacce principali di oggi". Il giurassiano ha anche evocato la necessità di proteggere la popolazione contro le forze della natura.

L'esercito deve essere pronto a rispondere

"Purtroppo, non si può escludere che carri armati russi entrino nel territorio dell'UE", ha replicato Reto Nause (Centro/BE). "E non si può nemmeno escludere che missili russi colpiscano la Svizzera, per esempio il nostro snodo elettrico europeo di Laufenburg", ha detto il bernese. "Anche se il rischio di un attacco tradizionale diretto alla Svizzera è basso, l'esercito deve disporre delle capacità necessarie per difendere il Paese", ha aggiunto il nuovo responsabile del Dipartimento federale della difesa (DDPS), Martin Pfister.

Gli investimenti previsti

Dei 1,5 miliardi approvati oggi, 850 milioni saranno impiegati per l'acquisto di un nuovo sistema d'artiglieria su ruote. Si tratta dell'AGM Artillery Gun Module - 32 pezzi - della ditta KNDS Deutschland con il Piranha IV come piattaforma portante che sostituirà l'obice blindato M-109 e raggiungerà una distanza d'efficacia di 50 chilometri. Altri 255 milioni sono pensati per lavori di manutenzione sui carri armati impiegati nella flotta di Leopard-2 e altri 35 milioni sono destinati ai carri armati di recupero 01. Anche la capacità di condotta e l'interconnessione delle truppe dovranno essere migliorate: in primo luogo, verrà ampliata l'infrastruttura informatica presso la truppa (110 milioni) e sarà implementato un software per garantire uno scambio di dati e informazioni rapido, sicuro e standardizzato (72 milioni). L'ambiente di test e d'integrazione della piazza d'armi di Dübendorf (ZH) sarà disattivato e smontato e ripristinato sulla piazza d'armi di Frauenfeld (30 milioni). In quarto luogo, le procedure di cifratura verranno ridotte e armonizzate (50 milioni). Verranno anche potenziate le capacità della rete informativa integrata e dei sensori, mentre dei radar passivi supplementari completeranno il quadro della situazione aerea (80 milioni). I mini droni migliorano l'esplorazione tattica nell'area vicina al suolo, ragione per cui altre formazioni verranno dotate con questi mezzi (30 milioni).

"No" al miliardo per le munizioni

Come detto, del credito non farà parte un supplemento di un miliardo per l'acquisto di munizioni per i sistemi DTA - ossia la difesa terra-aria - a lunga e media gittata e per i sistemi di appoggio al fuoco indiretto a media distanza. Secondo la relatrice della Commissione della politica di sicurezza i fondi sarebbero necessari per permettere alla Svizzera di stipulare contratti in tempo utile per le munizioni e assicurarsi così termini di consegna adeguati. Una parte delle munizioni può essere prodotta in Svizzera, ha poi aggiunto Jacqueline de Quattro. Da parte sua, Jean-Luc Addor (UDC/VS) ha sostenuto "l'assurdità di acquistare sistemi di difesa terra-aria a media, corta o lunga gittata, o sistemi d'artiglieria, senza acquistare le munizioni che permetterebbero di impiegarli in modo efficace e realistico". La maggioranza - sinistra, Centro e parte del PLR - ha però espresso dubbi, in particolare di politica finanziaria. Anche la Commissione delle finanze ha manifestato scetticismo: metterebbe il DDPS di fronte a grandi sfide, ha detto la relatrice Yvonne Bürgin (Centro/ZH). Il supplemento rischia infatti di generare un "eccesso di pianificazione". Ciò significa, ha spiegato Bürgin, che ci si assumerebbe impegni finanziari per acquisti militari superiori a quanto sarà effettivamente disponibile nei futuri preventivi della Confederazione. Conseguenza: negli anni successivi si potrebbero presentare solo programmi d'armamento ridotti, ha avvertito la zurighese.

F-5 Tiger

Nel discutere il Messaggio sull'esercito, il Nazionale ha anche dato il suo benestare - con 125 voti contro 66 e 2 astenuti - alla messa fuori servizio completa della flotta di F-5 Tiger, e ciò malgrado il "no" del Parlamento del 2022. L'attività di volo della flotta dovrà cessare al più tardi entro la fine del 2027. La Patrouille Suisse dovrebbe quindi perdere i suoi attuali aerei. Il DDPS sta valutando se la squadriglia acrobatica potrà proseguire la sua attività con un altro modello di aereo più economico e che comporti minori emissioni. Contrario alla radiazione, Markus Schnyder (UDC/GL) ha lanciato un monito: se davvero si dovesse dismettere l'aereo da combattimento Tiger nel 2027, "ci rimarrebbe solo la flotta degli F/A-18". Pertanto, "se ci dovessero essere problemi con questo jet, come è già successo con alcuni droni, ci troveremmo, dal 2030, di fronte a una grande lacuna nella sicurezza: non avremmo più aerei da combattimento nei cieli", ha sostenuto. La dismissione dei Tiger "fa male al cuore" ma è necessaria, ha replicato Heinz Theiler (PLR/SZ). "Siamo costretti a fare delle scelte per rispettare il mandato costituzionale dell'esercito", ha detto. Lo svittese ha evidenziato come lo stop ai Tiger permetterà un risparmio annuo di 44 milioni di franchi, risorse che - secondo lui - sono indispensabili per garantire la missione dell'esercito. Con le stesse argomentazioni, la camera ha respinto la proposta di rinviare la dismissione dei Tiger alla messa in servizio dell'F-35 da parte delle Forze aeree svizzere. Il "no" è giunto con 108 voti contro 77 e 8 astenuti.

Immobili

Con il Programma degli immobili del DDPS, la Camera del popolo ha infine approvato - all'unanimità - crediti d'impegno per 185 milioni. Sulla piazza d'armi del Monteceneri verrà realizzato un nuovo centro medico regionale allo scopo di concentrarvi l'assistenza medica stazionaria nella Svizzera italiana in un'unica sede anziché in tre come avvenuto finora (21 milioni). Per 24 milioni sulla piazza d'armi di Chamblon (VD) è inoltre prevista la realizzazione di un alloggio mobile e modulare per la truppa allo scopo di aumentare la capacità in termini di spazio. In caso di necessità questo alloggio può essere smantellato e ricostruito in un altro luogo. Infine dovranno essere realizzati numerosi progetti immobiliari di portata minore, tra cui ampliamenti e interventi per il mantenimento del valore delle infrastrutture esistenti (140 milioni). Il dossier passa ora all'esame del Consiglio degli Stati.