Consiglio federale
Guerra in Ucraina, la conferenza sulla pace a giugno nel Canton Nidvaldo
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24 giorni fa
La conferenza dovrebbe tenersi il 15-16 giugno sul Bürgenstock e "potrebbe sfociare in un processo di pace", ha spiegato il Consiglio federale. I lavori preparatori competono a una task force del Dfae e a un gruppo interdipartimentale.

Il 15 e il 16 di giugno dovrebbe tenersi sul Bürgenstock (NW) la conferenza di alto livello dedicata alla pace in Ucraina. Stando al Consiglio federale sussistono infatti sufficienti condizioni affinché tale appuntamento sfoci in un processo di pace. Non è detto che avremo successo, ha dichiarato davanti ai media la presidente della Confederazione Viola Amherd, aggiungendo di aver informato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, della decisione odierna del Consiglio federale. Tuttavia, sia Viola Amherd che il "ministro" degli esteri, Ignazio Cassis, hanno dichiarato che non bisogna lasciare nulla di intentato, tenuto conto che è un compito costituzionale della Svizzera adoperarsi per la pace, anche perché ne va della sicurezza nostra e dell'Europa.

Reazioni positive

Non fare nulla, insomma, non è opzione secondo Cassis, che ha rammentato la lunga tradizione elvetica dei buoni uffici, anche se bisogna rimanere "realisti" tenuto conto dell'estrema volatilità della situazione geopolitica attuale. La speranza è che il maggior numero di Stati partecipi a questo incontro, hanno affermato Amherd e Cassis, secondo i quali le reazioni, anche da parte di grandi Stati come la Cina, sono state positive. In caso contrario, ha detto Amherd, non avremmo deciso di organizzare la conferenza.

Oltre cento inviti, ma Russia non ci sarà

Intanto, già questa settimana partiranno gli inviti a oltre cento Paesi, ha sottolineato il consigliere federale ticinese. Quanto alla Russia, quest'ultima ci ha fatto sapere in febbraio che una partecipazione non rientra nei suoi piani, ha detto Cassis rispondendo a una domanda dei giornalisti. Ciò dovrebbe valere anche per la Bielorussia, ha aggiunto, specificando però che gli Stati Uniti - la cui presenza è "essenziale" - ci saranno, ma è troppo presto per dire se sarà presente anche il presidente Joe Biden, ha dichiarato Cassis. Quanto alla conferenza, ha detto Cassis, quest'ultima dovrà offrire una piattaforma per un dialogo sulle possibili vie per giungere a una pace globale, giusta e duratura per l'Ucraina, basata sul diritto internazionale e sullo Statuto delle Nazioni Unite. Il summit dovrà permettere di sviluppare una comprensione comune del quadro favorevole a tale obiettivo e di stabilire una tabella di marcia concreta per la partecipazione di Mosca al processo di pace.

I preparativi

Nell'attesa, fervono i lavori preparatori di cui si occupano una task force del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) diretta dall'ambasciatore Gabriel Lüchinger e un gruppo direttivo interdipartimentale (DFAE, Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, Dipartimento federale di giustizia e polizia e Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca) diretto dallo stesso Ignazio Cassis. La task force si occupa anche degli aspetti necessari in materia di politica di sicurezza e logistica, in collaborazione con le autorità della Confederazione e l'Esercito e con i Cantoni di Nidvaldo, Lucerna e Zurigo. La scelta del luogo è caduta sul Bürgenstock perché è ubicato in un luogo ideale più facile anche da proteggere, ha spiegato l'ambasciatore Gabriel Lüchinger ai media. L'impegno è paragonabile a quanto si fa già oggi per il Forum economico mondiale, ha aggiunto.

Gli antefatti

Nel gennaio scorso, in occasione della visita in Svizzera del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per una serie di colloqui, la presidente della Confederazione Viola Amherd aveva garantito al suo ospite sostegno nell'organizzazione di una conferenza di pace di alto livello in Svizzera. La Confederazione ha successivamente esaminato, in dialogo diretto con numerosi Stati, le possibilità e le vie di un processo di pace. Durante la prima fase esplorativa, la Svizzera ha condotto colloqui con Paesi del G7, l’UE e con rappresentanti del Sud del mondo tra cui Cina, India, Sudafrica, Brasile, Etiopia e Arabia Saudita, ha rammentato Cassis. Anche la Russia è stata contattata, senza successo ha specificato il capo della diplomazia elvetica, che ha ricordato l'incontro del gennaio scorso a New York col ministro degli esteri Sergei Lavorv.