Gli svizzeri lasciano la casa dei genitori attorno ai 22 anni, ma non tutti allo stesso modo. Le donne, in media, escono prima (21 anni), mentre gli uomini rimandano fino a 22,6 anni e continuano spesso a ricevere supporto, anche pratico, dopo il trasloco: il 21% si fa ancora fare il bucato, il 19% richiede lavori di stiro. Al contrario, solo il 9% delle donne chiede aiuto per il bucato, e appena il 2% per la stiratura. Il sostegno economico, invece, è più equilibrato tra i sessi (17% donne, 19% uomini). È quanto emerge da un sondaggio realizzato da YouGov per newhome.ch, condotto online lo scorso aprile su 1229 persone fra i 15 e i 79 anni.

Tra i motivi principali che spingono i giovani svizzeri a lasciare la casa dei genitori spicca il desiderio di convivere con il partner (27%), seguito dalla necessità di proseguire gli studi o la formazione professionale (17%) e dalla ricerca di maggiore indipendenza (16%). In Ticino, però, la formazione riveste un ruolo ancora più decisivo: ben il 28% degli intervistati la indica come ragione principale per il trasloco, una quota molto più alta rispetto alla Romandia (14%) e alla Svizzera tedesca (17%). Solo una piccola minoranza cita conflitti familiari (5%) o l’essere stati «cacciati» di casa (1%) come causa del distacco.

Curiosamente, i ticinesi sono anche i più indulgenti sul tema: per loro è accettabile restare con mamma e papà fino ai 32 anni. Nella Svizzera tedesca e in Romandia il limite di età scende a 29 anni.

La generazione che ha lasciato la casa dei genitori più precocemente è quella dei Baby Boomer (27%), mentre la generazione Z presenta un valore nettamente inferiore (12%). Risultati che, secondo il sondaggio, suggeriscono che i "progetti di vita e i passaggi all’età adulta si sono modificati sensibilmente nel corso delle generazioni".

Non mancano i ritorni temporanei alla casa d’origine, soprattutto per accudire i genitori (42%) o dopo una separazione (30%). Tuttavia, il 22% degli svizzeri non prenderebbe mai in considerazione l’idea di tornare.