Svizzera
Gli svizzeri si sono dati all’arredamento durante il confinamento
Keystone-ats
3 anni fa
Nonostante quasi tre mesi di chiusura, le vendite online di Ikea sono quadruplicate. Il gruppo ha chiuso l’esercizio 2019/2020 con un aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente

Nonostante otto settimane di lockdown Ikea Svizzera ha aumentato il fatturato: l’esercizio 2019/2020, terminato a fine agosto, ha visto le vendite raggiungere 1,15 miliardi di franchi, lo 0,7% in più dei dodici mesi precedenti. “Noi tutti abbiamo condiviso l’esperienza di un anno fuori dal comune, che ci ha posto davanti a sfide mai viste prima: sono felice che siamo ugualmente riusciti a chiudere l’esercizio con successo”, afferma la Ceo Jessica Anderen, citata in un comunicato odierno.

9 negozi chiusi per tre mesi, ma quadruplicano le vendite online
Dal 16 marzo all’11 maggio i negozi sono rimasti chiusi in tutte le nove sedi. Un periodo durante il quale l’azienda ha perso un fatturato pari a circa 110 milioni, che però è stato in parte compensato dalla forte crescita delle vendite online. Nel giro di poche ore gli ordini sul web si sono infatti quadruplicati. Nella media annuale, la quota delle vendite online rispetto ai proventi totali è stata del 15%, contro il 9% dell’anno precedente, ciò che corrisponde a una crescita di oltre il 60%. Una volta riaperti i punti vendita – tra cui quello di Grancia - la domanda di prodotti è rimasta costantemente elevata. Questo ha permesso di chiudere l’esercizio con una lieve crescita.

Durante il confinamento è cresciuto l’interesse per l’arredamento
Il semi-confinamento vissuto in Svizzera ha avuto un effetto positivo sull’interesse per l’arredamento, rileva Ikea. Lo studio “Life at Home” recentemente pubblicato dall’azienda ha mostrato che durante il lockdown per il 78% degli intervistati la casa è stata un rifugio. Due persone su cinque hanno pertanto voluto apportarvi modifiche. La crescita dell’interesse si è osservata in particolare nelle categoria ufficio (scrivanie e sedie), le cui vendite, sulla scia del telelavoro, hanno registrato un aumento di circa il 70%. Anche il comparto cucina (padelle, teglie, contenitori per alimenti) ha beneficato di un forte incremento, andato oltre il 50%. Inoltre, durante il periodo primaverile del lockdown le persone hanno speso circa il 60% in più per mobili da esterno.

Punti di ritiro e ordini senza contatto
I punti di ritiro, lanciati a ottobre 2019 e ora disponibili in tutti i negozi, registrano un ottimo riscontro: stando a Ikea il servizio garantisce flessibilità e comfort massimi, poiché consente di ritirare la merce al di fuori degli orari di apertura, riducendo notevolmente i tempi di attesa. Il costo dipende dal valore della merce: il prezzo minimo è di 10 franchi. Durante il confinamento inoltre il servizio Click & Collect, già esistente, è stato trasformato in pochi giorni in una versione “drive-in”. In questo modo la clientela poteva ritirare gli ordini senza contatto, direttamente nel proprio negozio, nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza allora in vigore. Durante il lockdown Ikea ha evaso circa 60’000 ordini di questo tipo in Svizzera. Non sono però mancati gli intoppi, in particolare per quanto riguarda i lunghi tempi di consegna. Il gruppo non ha inoltre fornito dati riguardo alla redditività.

Gli svizzeri hanno meno soldi in tasca: “Venduti più articoli a basso prezzo”
Sulla scia della crisi del coronavirus, l’azienda si è accorta che gli svizzeri hanno meno soldi a disposizione. “Vendiamo più articoli in categorie di prezzo più basse. E sappiamo che oltre il 15% degli svizzeri vive al limite della povertà” ha affermato la Ceo Jessica Anderen in un’intervista rilasciata stamane al sito del Tages-Anzeiger. In risposta alla crisi da settembre l’azienda ha ridotto il prezzo di oltre 250 prodotti. È stata anche introdotta una colazione bio per soli 2,95 franchi. “Ikea deve offrire i prodotti giusti ai clienti che sono finanziariamente sotto pressione”, prosegue l’intervistata. L’impresa sta inoltre lavorando per entrare nei centri cittadini. L’anno prossimo vi sarà una stazione di ritiro delle merci a Zurigo.

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