Interpellanza
Ex colonnello sanzionato, Quadri: "Preoccupante deriva autoritaria"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
2 ore fa
Il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri ha esposto un'interpellanza al Consiglio federale nell'ambito dell'ex colonnello svizzero sanzionato dall'Ue: "Sanzionato per libertà di espressione. Per il CF è accettabile?"

L'ex colonnello dell'esercito svizzero Jacques Baud è stato inserito dall'Unione europea nella lista di persone sanzionate nell'ambito del conflitto russo-ucraino. Il settantenne è accusato di aver diffuso teorie complottistiche in seno alla propaganda russa. 

"Preoccupante deriva autoritaria"

La misura prevede il congelamento dei beni, il divieto di ingresso e di transito nel territorio dell’UE nonché l’interdizione di qualsiasi transazione finanziaria. È la prima volta per un cittadino svizzero. "Di fatto, Bruxelles colpisce in modo estremamente grave un cittadino svizzero per le opinioni espresse, senza una procedura giudiziaria", commenta il consigliere nazionale Lorenzo Quadri che questa mattina ha presentato un'interpellanza al Consiglio federale. "Si conferma così una preoccupante deriva autoritaria, che dovrebbe preoccupare la Svizzera, tanto più alla luce della politica di continuo avvicinamento all’UE e della ripresa automatica del suo diritto e delle sue decisioni perseguita dal Consiglio federale e dalle maggioranze politiche", aggiunge.

Le domande

Alla luce di quanto precede, Lorenzo Quadri chiede al Consiglio federale:

  • L’ex ufficiale ha beneficiato delle garanzie di un processo equo, come previsto dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, oppure è stato oggetto di una decisione meramente politica?
  • Come valuta il CF queste sanzioni sotto il profilo della libertà di espressione, del pluralismo delle opinioni e dei diritti democratici fondamentali?
  • Il CF intende intervenire presso le autorità dell’UE per contestare la violazione dei diritti fondamentali di un cittadino svizzero? In caso negativo, per quali motivi?
  • Anche la Svizzera intende adottare un approccio simile a quello dell’UE nella lotta alla cosiddetta “disinformazione”? Occorre attendersi, anche nel nostro Paese, l’introduzione di liste nere e di sanzioni nei confronti di persone colpevoli di esprimere opinioni divergenti rispetto alla narrazione ufficiale o “mainstream”.
  • È ritenuto ancora opportuno perseguire una politica di continuo avvicinamento, leggi sottomissione, ad un’istituzione – l ‘UE – che viola i diritti fondamentali dei cittadini elvetici?