Svizzera
Da lunedì riaprono le terrazze
Il Ministro Alain Berset ha presentato i nuovi passi della Confederazione. Riaprono anche le strutture per il tempo libero e la cultura così come gli impianti sportivi anche al chiuso

È ufficiale: da lunedì 19 aprile il Consiglio federale ha deciso di riaprire le terrazze dei bar e ristoranti. Da lunedì saranno di nuovo permesse numerose “attività a rischio moderato”, nelle quali indossare una mascherina e mantenere la distanza è facilmente possibile con poche eccezioni. Anche se la situazione rimane fragile, il rischio è considerato sostenibile, indica il Consiglio federale in una nota odierna, precisando che il governo oggi si è nuovamente espresso sul pacchetto di misure inviato in consultazione - e attuato solo in minima parte - il mese scorso.

Eventi: 100 all’esterno, 50 all’interno
Il 19 aprile potranno dunque riaprire i battenti cinema, stadi, teatri e locali per concerti: per le manifestazioni con pubblico il numero massimo di visitatori è limitato a 100 persone all’esterno - ad esempio partite di calcio e concerti all’aria aperta - e fino a un massimo di 50 persone all’interno. Il numero dei presenti - che dovranno stare seduti e indossare sempre la mascherina - non deve essere superiore a un terzo dei posti disponibili. Inoltre, tra uno spettatore e l’altro bisogna garantire la distanza di 1,5 metri o lasciare libero un sedile. Sono vietate le consumazioni e sconsigliati gli intervalli durante gli spettacoli, sottolinea il Consiglio federale.

Attività: fino a 15 persone
Le strutture ricreative e del tempo libero, tra cui zoo e giardini botanici, sono di nuovo completamente accessibili - così come lo sono già da settimane negozi e musei - e via libera anche alle attività sportive e culturali al chiuso: un massimo di 15 persone sono autorizzate per eventi privati, attività sportive e culturali, riunioni di società, visite guidate nei musei e altri eventi nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero. Per quanto riguarda il settore amatoriale, nello sport e nella cultura, saranno di nuovo possibili attività per gruppi con un massimo di 15 persone. A queste condizioni sono pure ammesse nuovamente le competizioni. All’aperto bisognerà indossare una mascherina oppure mantenere la distanza, mentre all’interno sono obbligatorie entrambe le cose. Sono tuttavia previste eccezioni e deroghe in alcuni casi, ad esempio negli allenamenti di resistenza nei centri fitness oppure il canto in coro. Valgono tuttavia regole di distanziamento più severe. Gli sport con contatto fisico non sono ancora permessi all’interno, mentre all’esterno possono essere praticati solo se si indossa una mascherina.

Bar e ristoranti chiusi, terrazza aperte
Il Consiglio federale ha così deciso di mantenere il freno tirato per i luoghi chiusi nei quali si è senza mascherina: attualmente rimangono pertanto chiusi i locali interni di bar e ristoranti, ma anche discoteche e sale da ballo, così come l’interno delle aree wellness e delle piscine. Nelle terrazze dei ristoranti bisognerà stare seduti e in massimo quattro persone al tavolo: la mascherina deve essere indossata “finché non arrivano le consumazioni” e ci sarà l’obbligo di registrare i dati di contatto di tutti i presenti. I tavoli dovranno inoltre avere una distanza di 1,5 metri, oppure dovrà esserci una parete divisoria. “Poiché con queste regole molte strutture della ristorazione non potranno coprire i costi d’esercizio, il settore gastronomico continuerà a fruire di aiuti finanziari”, sottolinea il Consiglio federale.

Scuola, lavoro e case di cura
L’insegnamento in presenza è nuovamente consentito anche al di fuori della scuola dell’obbligo e del livello secondario II, cioè in particolare nelle scuole universitarie e nei corsi per adulti, precisa il governo. La partecipazione è limitata a 50 persone e a un terzo della capienza dei locali: anche in questo caso vanno rispettati l’obbligo della mascherina e del distanziamento. Per i dipendenti di aziende che hanno deciso di aderire ai test di massa - effettuati su base settimanale - non sarà più imposta una quarantena legata ai contatti avvenuti sul posto di lavoro. Le case per anziani e di cura possono dal canto loro revocare l’obbligo della mascherina per i residenti che si sono fatti vaccinare o che si sono ripresi da un’infezione da Covid 19.

Terapie e cure
Il Consiglio federale ha anche preso decisioni oggi sull’approvvigionamento di “promettenti medicamenti” contro il Covid-19, precisa il comunicato. Le terapie combinate con anticorpi monoclonali dovrebbero essere disponibili in Svizzera il più presto possibile. La Confederazione, in una prima fase, assumerà i costi di queste terapie fino a quando subentreranno le casse malattia. Nel frattempo, il Dipartimento federale dell’interno (DFI) è stato incaricato di esaminare a fondo in quale forma la Confederazione possa rafforzare la produzione e lo sviluppo su suolo elvetico di medicamenti rilevanti per il coronavirus, vaccini compresi. La modifica della legge Covid-19 dello scorso 20 marzo ha dato alla Confederazione un maggior margine di manovra in materia.

La diretta di Teleticino e Radio3i

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17:10 - Termina la conferenza stampa

17:07 - “Ha parlato di criteri di inasprimento possibili. Questi criteri sono cambiati, verranno formulati nuovi criteri per orientarci e sapere?”
Berset: “Alcuni di questi criteri sono indicatori per poter definire la situazione, ma il fatto che un indicatore sia o non sia soddisfatto è un’instantanea. L’obiettivo non è andare verso una situazione sgradevole ma trovare l’appoggio della popolazione. È importante che tutti remano nella stessa direzione”.

17:06 - “Se ci fosse un peggioramento potreste chiudere. Vale la pena correre questo rischio?”
Berset: “Noi pensiamo di sì, è una grande responsabilità per tutti”

17:04 - “Quattro dei cinque indicatori non sono soddisfatti. Il Governo aveva paura che le persone non vi avrebbero più seguito?”
Berset: “Da un anno stiamo lavorando per contenere i danni. Dobbiamo cercare di uscire da questa situazione in maniera ordinata ed è ovvio a tutti che dopo 14 mesi di questa situazione siamo tutti al limite e dobbiamo trovare un modo per farci seguire dalle persone anche aprendo. Con queste misure si procede alle riaperture e noi abbiamo molta fiducia nella popolazione, il nostro obiettivo non è quello di creare disagio. Gli indicatori sono le cifre di inizio marzo fissati su criteri di mesi scorsi. Non siamo lontani dagli obiettivi e non abbiamo avuto un’esplosione”.

17:02 - “Le attività all’esterno pongono meno problemi ma le partite di calcio tra adulti non sono possibili. Perché?”
Berset: “Con le misure ci sono sempre dei problemi. Stamattina abbiamo deciso di lanciare un segnale: quando non ci sono molte persone insieme è possibile fare delle gare, delle competizioni. La soluzione non è mai perfetta ma si cerca di andare avanti con le aperture, questa è la prospettiva”.

17:01 - “Avete già deciso quale sarà la prossima data per le nuove misure?”

Berset: “Ci vuole un periodo di osservazione per queste aperture. Dovremo vedere dopo il 19 aprile quale sarà l’evoluzione per capire se la situazione ci permetterà di fare passi avanti, ciò dipenderà dall’evoluzione della pandemia. Noi vediamo in un Cantone particolarmente colpito che la situazione può ribaltarsi molto facilmente”.

16:59 - “Ci sono già progetti sugli indicatori in una seconda fase?”

Berset: “L’evoluzione dei valori e criteri è oggetto di discussione. A partire dal momento in cui tutti i gruppi vulnerabili saranno protetti, dovremmo porci delle questioni più etiche come quelle legate al Long Covid. Se l’evoluzione della situazione lo permetterà dovremo rivedere questi indicatori”

16:56 - “Le case per anziani possono fare a meno delle mascherine per gli ospiti vaccinati e guariti. Perché viene applicata sono nelle case per anziani?”
Berset: “Perché le persone che stanno in casa anziani stanno tutto il giorno. A casa non porto la mascherina ma gli anziani a casa loro dovevano portarla e visto che sono guariti noi partiamo dal presupposto che siano protetti e grazie alla vaccinazione è possibile fare a meno della mascherina in questi luoghi”.

16:55 - “Le decisioni che avete preso erano già state discusse il 19 marzo. Ma a quel momento le cifre erano migliori”
Berset: ”È passato un mese e ora grazie al clima possiamo fare più attività all’aperto, parecchie cose sono cambiate. Ci rendiamo conto che l’evoluzione dei contagi per le persone over80 ha avuto un’evoluzione diversa rispetto alle altre classi di età e questa è una conseguenza del vaccino. Inoltre, ben presto avremo a disposizione la prima dose di vaccino per tutte le persone vulnerabili e noi sappiamo che anche qeusto ci aiuterà a proteggere meglio queste persone”.

16:54 - “È stata lanciata una procedura di consultazione con i Cantoni?”
Berset: “Si c’è stata la consultazione un mese fa, abbiamo preso delle decisioni che esclusivamente erano prese in considerazione dalla procedura di consultazione”.

16:52 - “Il telelavoro rimane obbligatorio nonostante gli allentamenti. Come funziona?”
Berset: “Vogliamo procedere in modo graduale. Se creiamo molto movimento, come per esempio i pendolari, questo crea molti più contatti. Per questo ci siamo detti facciamo un passo senza abolire l’obbligo del telelavoro. Il segnale che noi vogliamo lanciare non è che ora tutti possono di nuovo uscire, sarebbe prematuro. Globalmente le cose sono andate bene, lo si può affermare. Per le persone significa continuate a stare attenti”.

16:51 - “Se riaprite quello che comunicate è che le cose non stanno così male. Non lanciate un segnale sbagliato?”
Berset: “Le cose non stanno così, ci siamo resi conto che ci vuole l’accompagnamento dei test e dei vaccini per andare avanti. La cosa fondamentale in questa situazione è andarci coi piedi di piombo, è comportarci in maniera rispettosa, il distanziamento, testarsi. Per il Consiglio federale non va interpretato come un ‘liberi tutti’, se così fosse allora sarebbe un vero problema. Se queste riaperture vengono accompagnate dai piani di protezione sarà positivo tutto”.

16:51 - Domande

16:49 - “Situazione fragile”

“Ci rendiamo conto che la situazione è fragile. Il segnale è il seguente: se noi mettiamo in pratica tutto quello che ci può proteggere è possibile procedere alle aperture malgrado l’aumento dei numeri. Ci vuole però una prospettiva e la situazione, dobbiamo esserne consapevoli, è davvero instabile. Lo vediamo nel Canton Uri. Qualsiasi passo verso le aperture è un rischio, dobbiamo restare prudenti ma in Svizzera potrebbe essere possibile evitare l’effetto yo-yo”.

16:39 - Le decisioni: riaperture per il 19 aprile
“Riaprono le terrazze con criteri ben precisi. Bisognerà consumare seduti e ci sarà un sostegno garantito ai ristoratori che non hanno le terrazze o per coloro che non riescono ad aprire perché poco redditizio. Non ci sarà nessuna pressione a coloro che rinunciano a riaprire. Saranno consentite le manifestazioni al chiuso e all’aperto. L’insegnamento nelle scuole universitarie prevede il ritorno in aula. Inoltre se una grande azienda decide di testare almeno una volta a settimane si potrà rinunciare alla quarantena. Abbiamo deciso di fissare una data ma non sarà obbligatorio iniziare il 19 aprile con le riaperture, per questo è necessario essere molto molto prudenti. Mettere in atto i piani di protezione è davvero importante, i contagi aumentano ma decidiamo di allentare e funzionerà se tutti collaborano. Questo dà prospettive anche alle generazioni più giovani”.

16:38 - “Continuare con la prudenza”
“Faccio un appello a chi potrà riaprire: mettete in pratica questi piani di protezione. È molto importante essere ancora prudenti, vi raccomando comunque di fare tutto quello che si può fare all’esterno”.

16:35 - I criteri di riapertura
“Quattro dei cinque criteri non sono soddisfatti, la situazione però non è fuori controllo. Il criterio delle persone delle cure intense è rispettato e quindi sulla base di questa valutazione si può andare verso una nuova riapertura. La campagna vaccinale è un altro criterio e continua ad avanzare, tutto quello che è stato previsto finora è stato consegnato. Siamo in contatto con i principali produttori e i volumi previsti per i mesi a venire arriveranno”.

16:32 - Parla Alain Berset
“Qualche settimana fa avevamo rinunciato alle aperture e la strategia ci ha dato ragione. Oggi il Consiglio federale ritiene che è possibile correre dei rischi ma abbiamo deciso stamattina di riaprire le terrazze dei ristoranti e di riaprire i cinema, i centri fitness e dare il via ad alcune manifestazioni pubbliche. Bisogna constatare che nella nostra società tutti sanno esattamente cosa sta succedendo e siamo anche riusciti ad adattarci e quindi le aperture prudenti sono importanti. Spesso si sente parlare di problemi ma meno della stragrande parte della popolazione che fa attenzione e questo permette alla Svizzera di andare avanti in modo coordinato”.

16:30 - Inizio previsto per la Conferenza stampa

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