La borsa svizzera apre in ribasso la penultima seduta della settimana: alle 09.02 l'indice dei valori guida SMI segnava 11'887,38 punti, in flessione dello 0,60% rispetto a ieri. Il mercato prende atto della chiusura contrastata di Wall Street (Dow Jones -0,10% a 42'171,66 punti, Nasdaq +0,13% a 19'546,27 punti) e guarda anche all'andamento delle piazze asiatiche, a partire da Tokyo (Nikkei -1,02% a 38'488,34 punti).

Gli operatori sono in attesa delle decisioni di politica monetaria della Banca nazionale svizzera (BNS): le aspettative sono di un taglio del tasso guida di 25 punti base allo 0,0%. Intanto ieri come previsto la Federal Reserve americana ha lasciato invariato il costo del denaro, malgrado le pressioni del presidente americano Donald Trump. L'istituto ha peraltro confermato la sua intenzione di voler ridurre quest'anno i tassi di complessivi 50 punti base, con due sforbiciate da un quarto di punto.

Nel frattempo le tensioni geopolitiche continuano a offuscare il quadro generale. La posizione degli Stati Uniti nella guerra in Medio Oriente rimane poco chiara: le dichiarazioni di Trump mostrano al momento che non è ancora disposto a impegnarsi. Se gli Usa dovessero intervenire nella guerra tra Iran e Israele si raggiungerebbe un nuovo livello di escalation: al momento quindi gli investitori rimangono prudenti. La giornata potrebbe essere più calma del solito poiché negli Stati Uniti si festeggia il Juneteenth, mentre in Germania e in parte della Svizzera vi è la festività del Corpus Domini.

Sorvegliata speciale è UBS (-0,36%), interessata dal rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato oggi dalla BNS. Partners Group (-2,55%) subisce l'impatto di un cambiamento di raccomandazione di Goldman Sachs. Fra gli altri valori SMI il meno in difficoltà è Swisscom (-0,09%), mentre il meno convincente appare Richemont (-1,46%). Nel mercato allargato va segnalata la flessione di Emmi (-7,09%), dopo che il grande azionista Miba ha ridotto la sua partecipazione.