
Il problema non è l'HIV ma il rapporto con esso. Lo scrive oggi Aiuto AIDS Svizzero in occasione della giornata Mondiale di lotta contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), che si celebra da oltre 30 anni proprio il 1° dicembre. L'associazione, nell'anno del suo quarantesimo anniversario, ha quindi deciso di focalizzare la propria campagna di sensibilizzazione sulla discriminazione e i pregiudizi. Anche se, con un trattamento, l'HIV non è più trasmissibile, molte persone che vivono con esso sono tuttora confrontate con l'esclusione e i pregiudizi.
Gli slogan
"La conoscenza protegge. Il panico no", o "Il sesso fa piacere. La paura no", recitano i manifesti della campagna di quest'anno, che intendono mettere in evidenza il problema della discriminazione in modo proattivo, chiaro e, a volte, anche umoristico. Questi slogan sono già oggi visibili in tutto il Paese; nelle stazioni ferroviarie, per le strade, nelle città e nei villaggi. "Sono forti, incisivi e volutamente imbarazzanti. Dicono ad alta voce una verità ancora troppo poco conosciuta in Svizzera: le persone che vivono con l'HIV e sono in trattamento non possono trasmettere il virus, né durante i rapporti sessuali né nella vita quotidiana", sottolinea l'associazione.
L'obiettivo
Aiuto AIDS Svizzero ha scelto deliberatamente una campagna non solo informativa, ma anche incentivante. Gli slogan mirano a rompere rappresentazioni superate e a spingere la popolazione ad assumersi le proprie responsabilità, scrive l'associazione. "Chiediamo a tutti di accettare i fatti e di mettere in discussione schemi obsoleti", dichiara Andreas Lehner, direttore di Aiuto AIDS Svizzero. Responsabilità non per quanto riguarda il virus, bensì l'atteggiamento nei confronti delle persone che vivono con l'HIV. "Abbiamo bisogno di una Svizzera che tratti le persone che vivono con il virus come la scienza invita a fare da anni, cioè con rispetto, consapevolezza e senza paura", aggiunge il direttore.
